L’euromaratona del voto per Strasburgo è alle porte e rispetto a cinque anni fa la gara sarà completamente diversa. Un punto percentuale in più e un seggio in più per l’Ulivo (46,1%) rispetto ai rivali del centrodestra. Finì così allora. Un «allora» che sembra un secolo fa. La Parmalat faceva crac, c’era ancora Prodi, l’Udc stava con il centrodestra e alle amministrative il centrosinistra faceva segnare un bel 52 a 11 per le Province governate e un 22 a 8 per i Comuni capoluogo conquistati. Già, le amministrative, che rappresentano l’altra faccia della medaglia di questo weekend elettorale.
Oggi è tutta un’altra storia, un altro Paese, un’altra gara. Abbiamo sottoposto a radiografia alcuni tra i partiti politici in corsa. Abbiamo provato a scandagliare le aspettative, le paure, i sogni e le scommesse dei leader. Quelli che - come al solito - guardano alla valenza tutta nazionale e domestica del voto. C’è chi corre per non sparire, come i Radicali. Chi lo fa per ricomparire, come i comunisti. C’è chi spera di stravincere, come il Pdl, e chi si augura di non straperdere come il Pd. E c’è pure chi brama di sconfiggere e umiliare l’odiato alleato, come l’Idv. Comunque tutti aspetteranno ansiosi le prime proiezioni di domenica sera per pesarsi, contarsi e contare di più.
Certo è che mai come in questa occasione il barometro dell’eurocampagna elettorale ha fatto segnare tempesta. Di fango però. Se un briciolo di politica c’è stata, è stata sommersa dal magma putrido del «ciarpame», del «velinismo», del «Casoriagate», delle vere o presunte liaison dangereuse e nessuno l’ha vista. Cinque circoscrizioni, le solite lenzuolate di schede, le preferenze. Vincerà il centrodestra? Il centrosinistra? Vincerà il centro oppure il Carroccio? Vinceranno tutti o vincerà il partito dell’astensione? Dalle urne potrebbe uscire benzina in più per la maggioranza o per l’opposizione ma come sempre, ma forse oggi ancor di più, in cabina elettorale ci si andrà come se fosse l’ennesimo referendum su Berlusconi.
IlGiornale.it
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