sábado, 25 de julho de 2009

Arqueologia - Encontrados restos de embarcações romana


Carabinieri del reparto sommozzatori portano alla luce (lo scorso giugno) uno dei reperti ritrovati nei cinque relitti di navi romane trovate al largo di Ventotene nell'ambito del progetto di collaborazione tra autorità italiane e l'Aurora Trust, compagnia americana (Ap)

Roma, 25 jul (EFE).- Uma equipe de arqueólogos americanos e italianos encontrou, na costa de Nápoles, os restos de cinco embarcações comerciais romanas que transportavam diferentes mercadorias da Espanha e da Itália para o norte da África, informou hoje o jornal "Corriere della Sera". As embarcações foram localizadas graças a um rastreamento com um sonar, no litoral da ilha de Ventontene, na altura de Nápoles, e que, segundo os especialistas, naufragaram entre o século I antes de Cristo e o século V depois de Cristo.

Ventotene, cinque relitti di navi romane
Risultato di un progetto congiunto Italia-UsaGli archeologi: «E' come un museo sott'acqua»

«Un museo sott'acqua». Così Annalisa Zarattini, responsabile del Nucleo operativo archeologia subacquea Soprintendenza Beni Archeologica del Lazio ha definito i reperti ritrovati nei cinque relitti di navi ritrovate al largo delle coste dell'Isola di Ventotene. Un patrimonio archeologico il cui ritrovamento ha già fatto il giro del mondo, rilanciato dai giornali Usa, dal New York Times al Boston Globe, che hanno sottolineato come il rogetto stia procecendo in stretta collaborazione tra la Soprintendenza italiana e l'Aurora Trust, il cui team di archeologi guidati da Timmy Gamblin, ha fornito le attrezzature tecniologiche necessarie.

SONAR - Scandagliando con il sonar il fondo marino al largo di Ventotene, ha scoperto i relitti di cinque antiche navi romane, perfettamente confermate Si tratta di navi commerciali naufragate tra il primo secolo avanti Cristo e il quinto secolo dopo Cristo. Sono tra i relitti a maggiore profondità scoperti negli ultimi anni nel Mediterraneo, e proprio il fatto di essere a una profondità di circa 100 metri li ha preservati così bene. «Le navi cercavano riparo, ma non ce l'hanno fatta», spiega Timmy Gambin, capo archeologo del gruppo che ha condotto l'esplorazione. Le navi trasportavano pregiata salsa di pesce dalla Spagna al Nord Africa, e un carico di lingotti di metallo dall'Italia, destinati probabilmente alla costruzione di statue o armi. Secondo gli archeologi le navi danno indicazioni sugli scambi commerciali nell'impero romano: dapprima Roma esportava i suoi prodotti alle province in espansione, poi cominciò gradualmente a importare sempre più dalle province i prodotti che un tempo produceva.

Ma secondo Gambin la crescente popolarità delle immersioni subacquee in acque profonde minaccia i tesori archeologici del Mediterraneo. «E' una corsa contro il tempo», afferma. «Nei prossimi dieci anni ci sarà un'esplosione di immersioni subacquee e questi siti saranno accessibili ai comuni cacciatori di tesori».

Corriere della Sera
25 luglio 2009

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