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Roma - La battuta arriva durante l’ultimo giro di tavolo prima della chiusura ufficiale del G8, quando nell’enorme Main conference di Coppito è Silvio Berlusconi a stoppare i complimenti. Glielo avessero raccontato a inizio settimana che sarebbe finita così, forse ne avrebbe dubitato anche lui vista la valanga di perplessità e dubbi che arrivavano in quelle ore dalla stampa estera. Al terzo giorno di summit, invece, gli elogi sono tali e tanti che pure uno come il Cavaliere - che non è solito sottrarsi ai complimenti - dice basta. Oltre agli Otto grandi, al tavolo circolare con vetrata panoramica sul Gran Sasso sono seduti i leader del G5, quelli dei Paesi africani, del Mef e le organizzazioni internazionali. Parte il giro di interventi e al terzo che si complimenta per l’ospitalità è proprio Berlusconi a volere una tregua: «Vi ringrazio, ma vi devo chiedere per favore di smetterla. Abbiamo a disposizione solo due minuti per intervento ed è bene non sprecarli».D’altra parte, per Berlusconi la tre giorni abruzzese è stata un successo. Sotto il profilo organizzativo ma pure nella conduzione delle molte sessioni di lavoro. Durante una delle riunioni di giovedì è stato lo stesso Sarkozy a dirglielo: «Silvio, sai dirigere alla perfezione. Li metti tutti in riga». D’accordo il russo Medvedev: «Mai vista una conduzione così capace». Il Cavaliere, è ovvio, gongola. E ringrazia facendosi forte dei suoi «15 anni di esperienza sulla scena internazionale». Alla fine, dunque, il bilancio del summit è decisamente positivo. Anche perché complimenti ed elogi non si limitano al privato ma sono anche e soprattutto pubblici. «Dobbiamo ringraziare Berlusconi per avere inserito in questo G8 temi come i mutamenti climatici e la sicurezza alimentare», fa sapere l’inglese Brown. «Tutto ha funzionato molto bene, è stato fatto un buon lavoro», gli fa eco Zapatero. Considerazioni fatte proprie da Obama: «Ringrazio Berlusconi per la straordinaria ospitalità. È stato un vertice molto produttivo e sui temi in discussione il governo italiano ha dimostrato una forte leadership». Insomma, chiosa Bonaiuti, «è andata così bene che è meglio star zitti e lasciar parlare gli altri».Il day after, dunque, non è solo quello dell’agognato riposo dopo due settimane di maratone con gli sherpa ma è anche il momento dei bilanci. E se è il Financial Times a scrivere che «Berlusconi ha vinto la sua scommessa» - «Da playboy afflitto da scandali a statista di rango internazionale», si legge in un editoriale in prima pagina - è chiaro che non poteva andare meglio. Il Cavaliere passa la giornata ad Arcore, al telefono con vecchi amici e alcuni parlamentari. Tutti lo raccontano visibilmente soddisfatto, già pronto a studiare la bozza di Dpef che gli ha fatto avere Tremonti e che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Dell’opposizione - dice chi l’ha sentito - non sembra curarsi troppo, salvo non nascondere la certezza che la tregua chiesta da Napolitano sia «già finita». Torneranno a spararmi addosso - è stato il suo ragionamento - e c’è pure chi come Di Pietro non ha mai smesso.Al momento, però, il pensiero resta al G8. E alla soddisfazione per la scelta «azzeccatissima» di spostare il summit a L’Aquila. «Nei tre giorni di vertice - racconta durante una delle telefonate - a La Maddalena è soffiato un maestrale con raffiche fino a 50 nodi. Sono stato quasi un indovino...». E già, perché in simili condizioni difficilmente avrebbero potuto volare gli elicotteri che dovevano trasportare i leader dalla terraferma all’isola. «Allora sì che sarebbe stato un fallimento», insiste il premier. Che resta deciso a passare il mese di agosto a L’Aquila. Per seguire da vicino i lavori della ricostruzione e forse anche per mettere a tacere le indiscrezioni sulle feste a Villa Certosa.
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