sexta-feira, 2 de outubro de 2009

"Sicurezza, no opere faraoniche"


Il Capo dello Stato dopo la tragedia di Messina: "Troppe aree a rischio"

Potenza, La Stampa.it - Il monito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è duro: «Sicurezza, non opere faraoniche». Dalle sue parole trapela la rabbia per i morti a Messina, causati dal maltempo e «dall’abusivismo» e per questo il capo dello Stato chiede che si agisca subito anche «in tante altre parte d’Italia» per evitare che tragedie simili possano ripetersi. Napolitano è in visita a Potenza ma vuole essere informato costantemente sulle operazione di soccorso alla popolazione in Sicilia: «Ho appena parlato con il prefetto di Messina - rende noto - e purtroppo ora che i mezzi di soccorso accedono al luogo del disastro aumenta il numero delle vittime». La preoccupazione e la rabbia per la tragedia di Messina non si attenuano con il trascorrere delle ore. «Ho appena letto una dichiarazione del responsabile della protezione civile sottosegretario Guido Bertolaso e dice delle cose sacrosante - afferma Napolitano - C’è una situazione di diffuso dissesto idrogeologico in gran parte causato da abusivismo, nel Messinese e in tante altre parti d’Italia. O c’è un piano serio - avverte - che, piuttosto che in opere faraoniche, investa per garantire la sicurezza di queste zone del Paese o si potranno avere altre sciagure. Condivido pienamente le parole di Bertolaso». La sollecitazione è ad agire rapidamente con azioni concrete. E le parole di Napolitano sembrano acquisire più significato proprio perchè pronunciate a Potenza, una città di quel Mezzogiorno, in ritardo di infrastrutture, per il quale poche ore prima lo stesso presidente ha «speso parole di fiducia», invitando «le forze rappresentative della società e delle istituzioni» ad «aprire una prospettiva nuova per il Sud e per il Paese». Le istituzioni tutte seguono con apprensione la tragedia che si è abbattuta sulla Sicilia: il presidente della Camera, Gianfranco Fini, invia un messaggio al prefetto della città dello Stretto per esprimere «i sentimenti del cordoglio più profondo, mio personale e di tutta la Camera dei deputati, che la prego di voler far giungere ai familiari delle vittime». Il presidente del Senato, Renato Schifani, siciliano, appena rientrato ad Abu Dhabi da una visita istituzionale ad Herat in Afghanistan, ha telefonato al prefetto Francesco Alecci. E forse già domenica si recherà sui luoghi colpiti dall’alluvione. Un altro siciliano Enrico La Loggia, vice presidente del gruppo del Pdl alla Camera, esprime «solidarietà alle famiglie delle vittime e dei feriti» e si dice «sicuro che il Governo interverrà con efficacia e sollecitudine». Anche le opposizioni non mancano all’appello: per il Pd Dario Franceschini esprime «grande dolore per i tanti lutti provocati dall’alluvione», mentre Pier Luigi Bersani sottolinea che «le parole del presidente Napolitano invitano tutti a una riflessione seria». Andrea Martella, responsabile infrastrutture del partito, attacca invece il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli che proprio «in una giornata tragica per la Sicilia e per il Paese come quella di oggi come se nulla fosse parla dei tempi di realizzazione del ponte di Messina». Il governo viene sollecitato a riferire in Parlamento da Giampiero D’Alia, presidente dei senatori dell’Udc mentre il leader dell’Idv Antonio Di Pietro sollecita Bertolaso a riferire, se ne fosse a conoscenza, di eventuali abusi- «Se non lo facesse - avverte - sarebbe un’omissione da parte sua».

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