Elsa Martinelli indossa un abito de la Boutique di Elena Wassermann Sant’Angelo d’Ischia, archivio Miranda, meta' anni '50 - Foto di Regina Relang
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di Patrizia Sessa - Napoli - Era il lontano 1351 quando, nella chiesa di S. Eligio al Mercato, nacque la Confraternita dei Sartori. E' lunga, molto lunga, la storia della sartoria maschile napoletana. E' piena di grandi nomi, e di grandi storie. Di famiglie che hanno iniziato in piccole botteghe e che ora sono a capo di grandi industrie.
Da domani al 29 settembre tutto questo sara' raccontato da chi, quella storia, l'ha vissuta e da chi l'ha studiata, scandagliata. Accadra' tra Capri e Ischia, con un convegno ed una mostra dal titolo 'La creativita' sartoriale campana. Abbigliamento maschile e moda mare'.
L'evento - nato da un'idea di Maria Antonietta Taglialatela che l'ha organizzato insieme con Angela Spinelli, funzionarie della Soprintendenza Archivistica per la Campania - si inserisce nel progetto 'Archivi della moda del Novecento' che il ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, Direzione generale per gli archivi, ha promosso d'intesa con l'Associazione nazionale archivistica italiana. Iniziativa resa possibile grazie anche al contributo delle associazioni albergatori Federalberghi di Ischia e Capri, la tre giorni sara' un viaggio in un mondo in parte ancora da scoprire.
Al convegno intervengono il Direttore Generale per gli Archivi, Luciano Scala, il Soprintendente Archivistico per la Campania, Maria Luisa Storchi, il Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, Gregorio Angelini e il presidente dell'Anai, Isabella Orefice. Terranno le relazioni, professori universitari, archivisti, esperti del settore ed esponenti di note aziende campane (Acampora, Cilento, Marinella, Rubinacci).
Si ricostruira', cosi', la storia dei grandi sarti, come i maestri Raffaele Sardonelli e Filippo de Nicola, che negli ultimi trent'anni dell'Ottocento, hanno creato le premesse per la nascita dello stile napoletano. E poi della famiglia Caggiula, che nel 1887 pubblico' perfino un trattato sulle tecniche sartoriali che riscosse cosi' tanto successo che il Ministero della Pubblica Istruzione ne acquisto' 300 copie che furono distribuite nelle scuole professionali e nelle biblioteche del Regno.
E poi, si 'entrera' nelle botteghe di Cesare Attolini il 'sarto dei Re', come fu soprannominato dopo che realizzo' abiti per il re Vittorio Emanuele III, ma anche di Isaia, di Kiton, di Marinella, i grandi nomi della sartoria napoletana di oggi che dopo aver cominciato come artigiani hanno trasformato le loro attivita' in vere e proprie industrie della moda e dell'eleganza ed hanno portato il 'made in Naples' in tutto il mondo. E si andra' anche oltre, nella moda mare, nelle boutique di Capri, Ischia e Positano. Storia lunga anche quella, piena di glamour e di anni della Dolce vita.
Dalla ultra centenaria boutique La Parisienne di Capri - dove negli anni del regime si confezionavano abiti da sposa con la seta dei paracadute e dove si fecero cucire abiti Jacqueline Onassis e Audrey Hepburn, tra le altre - ai vicoli di Positano, con il lino grezzo di Pepito's, alle creazioni di Madama Antonia, ad Ischia, dove i vestiti venivano confezionati con le lenzuola delle isolane, o di Elena Wassermann, che amava le tinte forti, del Mediterraneo e che si avvaleva di pittori, come Livio De Simone, per realizzare tessuti dipinti a mano. Per non dimenticare la boutique di Maria Lampo, a Positano, alla quale un cliente diede questo soprannome originale, divenuto poi quasi il suo vero cognome, per la sua sorprendente velocita' nel confezionargli un pantalone.
Storie, dunque, ma anche manifesti pubblicitari dei Grandi magazzini Italiani Mele (inaugurati a Napoli nel 1889), foto d'epoca e un documentario, con la partecipazione di Mariano Rigillo, renderanno merito ad uno dei piu' grandi vanti di Napoli: la sartoria maschile, quelle fatta di stoffa, ditali, forbici. E di un talento che ha sul serio fatto il giro del mondo.
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