Maschere a Venezia
Venezia - ''Con 2000 punti vendita di maschere in citta' la crisi del settore c'e' per forza: nei primi anni novanta gli iscritti agli artigiani erano dodici'': il primo mascheraio di Venezia, Guerrino Lovato, che ha iniziato la sua attivita' negli anni '70, spiega cosi' la crisi del settore maschere a Venezia, evidenziata da una ricerca di Confartigianato.
Per Lovato, ''non c'e' stato un governo della citta', hanno liberalizzato e lasciato che ognuno vendesse quel che voleva e questo e' il risultato: i clienti entrano, fanno complimenti e fotografie, poi escono''. Secondo la ricerca della Cobfartigianato, oltre il 60% dei negozi di maschere di Venezia ha registrato un calo di vendite, con punte del 30%. ''Lo capisco, ho prezzi alti, perche' tutto quello che c'e' qui dentro e' 'pensato a mano' da me - aggiunge - la mia e' una clientela affezionata, addirittura generazionale. Vengono prima in viaggio di nozze, poi con i figli e poi a loro volta vengono i figli, e nonostante questo anche qui la crisi si sente, e' un fatto''.
Per Lovato, ''non c'e' stato un governo della citta', hanno liberalizzato e lasciato che ognuno vendesse quel che voleva e questo e' il risultato: i clienti entrano, fanno complimenti e fotografie, poi escono''. Secondo la ricerca della Cobfartigianato, oltre il 60% dei negozi di maschere di Venezia ha registrato un calo di vendite, con punte del 30%. ''Lo capisco, ho prezzi alti, perche' tutto quello che c'e' qui dentro e' 'pensato a mano' da me - aggiunge - la mia e' una clientela affezionata, addirittura generazionale. Vengono prima in viaggio di nozze, poi con i figli e poi a loro volta vengono i figli, e nonostante questo anche qui la crisi si sente, e' un fatto''.
''Altri invece - prosegue - hanno dovuto accertare compromessi e hanno cominciato a far fare maschere nei paesi che le producono a basso costo, a vendere cose non loro: il fatto che abbiano cali di vendite e' ancora piu' preoccupante, in quanto gia' i loro prezzi erano calmierati, accessibili''.
Lovato ripercorre la propria storia, dalla prima 'bottega' in Barbaria delle Tole, aperta con soci e arredata come quella di un quadro del Longhi, all'attuale negozio in Campo Santa Margherita: da quando ha cominciato, piu' di 500 modelli diversi di maschere. ''Quando si e' avuta l'iniziativa di tutelare le botteghe storiche - prosegue il mascheraio - si e' scelto di privilegiare quelle con piu' di 70 anni: cosi' tutti i mestieri di revival nati negli anni 70 in ambiente 'anarchico-artigianal-medioevale' sono stati esclusi, perche' troppo giovani: dalle rilegature dei libri alla ceramica alla carta marmorizzata al legno intagliato al cuoio alle maschere, appunto''.
Mestieri, aggiunge, nati da giovani ''che si mettevano in proprio senza intasare le cattedre dell'universita' e dell'insegnamento o il precariato. Noi - prosegue Lovato - siamo quelli che hanno fatto nascere un nuovo artigianato e una nuova immagine del prodotto di artigianato a Venezia, ma non siamo stati considerati botteghe storiche''. ''Se l'arcobaleno ci fosse tutti i giorni non lo guarderebbe nessuno - conclude rifacendosi alla citazione di Goethe - Cosi' e' per le maschere che trovi dappertutto: io stesso non escludo di mettermi a produrre solo su ordinazione, per commesse piu' consistenti''.
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