Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
ROMA - «Roma, Roma sola deve essere la capitale d'Italia». Parole di Cavour, tratte da un discorso di fine marzo del 1861, che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha citato con enfasi davanti all'Assemblea Capitolina che gli conferisce la cittadinanza onoraria. «E il perché dovesse essere solo Roma - ha continuato Napolitano - lo disse Cavour sottolineando che è la sola città d'Italia che non ha ricordi solo municipalistici».
«NESSUNA OMBRA SU PATRIMONIO UNITA' NAZIONALE» - «È mio doveroso impegno ed assillo che non vengano ombre da nessuna parte sul patrimonio vitale e indivisibile dell'unità nazionale, di cui è parte integrante il ruolo di Roma Capitale». Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento in Campidoglio. «Un ruolo che non può essere negato- continua- contestato o sfilacciato nella prospettiva che si è aperta e sta prendendo corpo di un'evoluzione più marcatamente autonomista e federalista dello Stato italiano». E ancora: «Nulla può giustificare la sottovalutazione , diffusasi in certi periodi in alcuni ambienti» di sottovalutare o rigettare «la grandezza storica di Roma. Io non ho mai ceduto a queste reazioni più o meno sofisticate di rigetto di una comune eredità». «Mortificare o disperdere le strutture portanti dello Stato nazionale - ha aggiunto il presidente - sarebbe semplicemente fuorviante», poiché esse rappresentano un «essenziale tessuto connettivo». Inoltre, «nessuna ombra pesi sull'unità d'Italia che venga dai rapporti fra laici e cattolici, tra istituzioni dello Stato repubblicano e istituzioni della Chiesa cattolica», da questi rapporti piuttosto dovrebbe derivare «conforto e sostegno».
LA CITTADINANZA ONORARIA - «Sono contento». Queste le parole del capo dello Stato che diventa cittadino romano nel giorno in cui Roma festeggia i suoi 140 anni da Capitale. In Campidoglio, Giorgio Napolitano scrive sul registro d'onore una nota di ringraziamento per il conferimento della cittadinanza onoraria e saluta Roma «più che mai capitale». «È con particolare personale commozione per l'alto riconoscimento conferitomi - scrive il presidente della Repubblica - che rendo omaggio a Roma, più che mai capitale di uno Stato democratico che si trasforma restando saldamente Stato nazionale unitario». Sulla piazza del Campidoglio il capo dello Stato è stato accolto da un applauso e dall’inno nazionale. Napolitano, accompagnato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, ha passato in rassegna le truppe e poi, accolto dal sindaco Gianni Alemanno, è entrato nel palazzo comunale. Il presidente della Repubblica ha ricevuto la cittadinanza onoraria nell’aula Giulio Cesare appena restaurata nell’ambito della seduta straordinaria dell’assemblea capitolina che segna il passaggio da Comune di Roma a «Roma Capitale».
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