di Nicoletta Castagni) - Una palestra, una continua sperimentazione di tecniche pittoriche e compositive che rivoluzionarono l'arte del '600: e' la Cappella Contarelli, la prima commessa pubblica per Caravaggio che li', a San Luigi dei Francesi, facendo i conti con le dimensioni delle grandi pale, fonda l'impareggiabile stile del genio. A svelarlo, i risultati della campagna di indagini diagnostiche, avviate per le celebrazioni del IV centenario della morte, ora confluite nella mostra didattica allestita da domani a Palazzo Venezia.
Presentata dalla soprintendente Rossella Vodret, la ricerca ha riguardato i tre meravigliosi dipinti della Cappella, il Martirio di San Matteo, la Chiamata di San Matteo e San Matteo e l'angelo, quest'ultimo mai sottoposto prima d'ora a rilevamenti scientifici. Un'indagine quella compiuta da Marco Cardinale e Maria Beatrice de Ruggieri, che ha riguardato tutti i 22 dipinti del Merisi (di autografia certa) ancora custoditi nella citta' eterna, mentre a breve partira' una seconda fase che interessera' i capolavori di Caravaggio disseminati sull'intero territorio nazionale.Il ciclo di San Matteo fu commissionato a Michelangelo Merisi nel 1599, con la clausola che doveva essere realizzato in un anno. E cosi' fu, almeno per le due imponenti pale laterali (la pala d'altare fu approntata nel 1602), ma quel debutto pubblico, ha spiegato la Vodret, costo' a Caravaggio una grande sofferenza. Come dimostrano radiografie e riflettografie, da cui emerge come per il Martirio l'artista lombardo avesse fatto una prima versione. Non era un semplice abbozzo, ha detto la soprintendente, ma un'opera completa in tutte le sue parti, di cui non fu contento, tanto da stravolgerla completamente.
Gia' indagata nel 1951, la pala ora rivela chiaramente il precedente impianto della scena, ideata secondo la tradizione, con la prospettiva delineata dalle architetture, non inventate, bensi' esattamente mutuate da un disegno di Donato Bramante.''Alla Cantarelli, Caravaggio si doveva misurare con le grandi dimensioni e cosi' fonda il suo stile inimitabile - spiega Marco Cardinale - scegliendo di creare la profondita' con la luce''. E se nella Vocazione di San Matteo emergono i segni del compasso, strumento che il Merisi teneva sempre con se' (e per questo fu anche arrestato), ovunque appaiono le famose incisioni. Che proprio alla Cantarelli inizia a usare per delimitare lo spazio delle figure. ''Caravaggio disegnava mentre dipingeva'', dice Cardinali che conclude con San Matteo e l'angelo, capolavoro della maturita' (1602). Qui le indagini diagnostiche hanno rivelato una stupefacente preparazione verde, usata per attenuare i colori aranciati e rossi della veste dell'apostolo.
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