Roma - In una mano il testo della Costituzione, nell’altra il tricolore che sventola. Così «armate» migliaia di persone sono attese oggi in piazza, a Roma come in altre più di cento città, per la manifestazione «A difesa della Costituzione, se non ora quando?», organizzata dall’omonimo Comitato di cui fanno parte decine di associazioni, da Articolo 21 all’Anpi a Farefuturo, da Libertà e Giustizia al Popolo Viola a Valigia Blu, da Libera all’Unione degli Universitari.
E poi hanno aderito attori, politici, giornalisti.Per difendere i valori della legalità repubblicana «troppo spesso impunemente violati», si legge nel vademecum della manifestazione, per ribadire la certezza del diritto, ma anche, ricorda il numeroso popolo della scuola intenzionato a partecipare, per difendere l’istruzione pubblica. Per il diritto al lavoro, all’informazione, per la cultura. Da Milano a Torino a Napoli, ma anche in centri più piccoli come Pinerolo, Chivasso o Poggibonsi, e all’estero, ad Amsterdam come a Edimburgo e Praga, saranno tante e diverse le iniziative: la lettura di alcuni articoli della Carta, sit in, flash mob di studenti.
La manifestazione principale è quella in programma nella capitale: un corteo aperto da una gigantesca bandiera italiana di 200 metri quadri e dallo striscione «La Costituzione è viva» si muoverà alle 14 da piazza Repubblica verso piazza del Popolo, dove, sul palco, si alterneranno attori come Ascanio Celestini e Ottavia Piccolo, il costituzionalista Alessandro Pace, cantanti come Roberto Vecchioni e Daniele Silvestri, un genitore della scuola di Adro, il presidente della Fnsi Natale, un’orchestra che suonerà, accompagnata dal coro, il «Va’ pensiero» di Verdi e il «Dies Irae» di Mozart. Hanno aderito e saranno presenti anche numerosi politici: il segretario del Pd Bersani, Rosy Bindi, Dario Franceschini, ma anche il governatore pugliese Nichi Vendola, il leader di Idv Di Pietro, i finiani Fabio Granata, Flavia Perina e Angela Napoli; Bruno Tabacci e Pino Pisicchio dell’Api. Gli organizzatori però chiedono di lasciare a casa i simboli di partito, «nel rispetto dell’iniziativa che vuole essere trasversale e aperta a chiunque vi si riconosca». Dal centrodestra, già attacca il fedelissimo berlusconiano Osvaldo Napoli: «L’ennesimo tentativo della sinistra conservatrice di mobilitare la piazza “in difesa di”. E’ l’abito mentale di una sinistra che ha fatto dell’immobilismo la sua ragione sociale e politica».
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