Roma - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, insieme alle più alte cariche dello Stato ha reso omaggio all’Altare della Patria nel giorno delle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia.
Insieme al Capo dello Stato erano presenti i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, oltre che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che poco dopo è stato contestato al Gianicolo con urla e insulti al grido di ''buffone'' e ''bunga bunga''. In attesa che Napolitano arrivasse all’Altare della Patria, Berlusconi e Fini hanno avuto un breve scambio di battute, presumibilmente di mera circostanza. Entrambi, forse per sciogliere l’imbarazzo, guardavano il cielo osservando i gabbiani che sorvolavano le loro teste. L’arrivo del presidente della Repubblica ha dato inizio alla cerimonia ufficiale, con l’inno di Mameli cantato da un battaglione di diverse armi, la deposizione di una corona di fiori in omaggio ai caduti e il silenzio intonato dal trombettiere. Dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli, cantato a piena voce dai militari del picchetto d’onore interforze e dalla stessa folla in piazza, e proprio nell’istante in cui Napolitano rendeva omaggio al sacello del Milite Ignoto, hanno fatto il loro passaggio a volo radente sulla città le Frecce Tricolori.
Anche per la Pattuglia acrobatica nazionale, e per la bandiera formata in cielo dai fumogeni verdi, bianchi e rossi, affettuoso e forte l’applauso da parte dei cittadini. Dopo la prima tappa al Milite Ignoto, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, accompagnato dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, dai presidenti delle Camere, Schifani e Fini, e dal presidente del Consiglio, Berlusconi, ha reso omaggio alla tomba dei reali al Pantheon. Tutto si è svolto secondo il cerimoniale previsto ma anche qui il Capo dello Stato, come già era accaduto a Piazza Venezia, all’uscita dal mausoleo, è stato accolto da molti applausi e grida di «viva l’Italia». Le forze dell’ordine avevano invece già provveduto a rimuovere un cartello appeso ad un balcone proprio su Piazza del Pantheon, sul quale era scritto «io non festeggio genocidi, la vita è bella» Una ventina di colpi a salve sparati dai cannoni, bagno di folla ed applausi hanno quindi salutato l’arrivo del presidente della Repubblica al belvedere del Gianicolo, dove è stata scoperta una targa della Costituzione.
Napolitano ha salutato molti ragazzi che indossavano magliette tricolore o che stavano coprendosi con la bandiera dell’Italia dalla pioggia, lungo il tragitto verso la statua dedicata a Garibaldi al centro del belvedere del Gianicolo. Cortesia istituzionale da parte del premier, Silvio Berlusconi, che ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla festa dell’unità d’Italia ha risposto: «oggi non rilascio dichiarazioni, lasciamole fare al presidente Napolitano».
Barack Obama ha proclamato il 150mo anniversario dell’Unità d’Italia come giorno da celebrare e ha invitato il popolo americano «a imparare di più» sulla storia del Risorgimento e «a onorare la duratura amicizia tra il popolo italiano e quello degli Stati Uniti». Gli Stati Uniti, ha scritto in un messaggio il presidente americano, si uniscono «agli italiani in tutto il mondo per celebrare il coraggio, il sacrificio e la visione dei patrioti che dettero vita alla nazione italiana». Obama ha ricordato come Giuseppe Garibaldi sia stato fonte di ispirazione nel mondo, compresi i volontari del 39mo Infantry Regiment che durante la Guerra civile americana fu ribattezzato «Garibaldi Guard». «Oggi», ha sottolineato il titolare della Casa Bianca, «l’eredità di Garibaldi e di quanti unificarono l’Italia vive nei milioni di donne e uomini americani di origine italiana che arricchiscono la nostra nazione». «Italia e Usa sono uniti da amicizia e da un comune impegno per le libertà civili, i principi democratici e i diritti umani universali che i nostri Paesi rispettano e difendono», ha aggiunto Obama, «onoriamo anche gli sforzi congiunti di americani e italiani per promuovere la libertà, la democrazia, i nostri valori comuni in tutto il mondo».
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