Una visitatrice guarda la video opera dell'artista egiziano '30 Days of Running in the Place',
nel padiglione Egitto ai Giardini della Biennale
Con le opere di 83 artisti provenienti da tutto il mondo, il 4 giugno si apre al pubblico la 54/a edizione della Biennale d'Arte.
Diretta per la prima volta da una donna, la storica e critica dell'arte svizzera Bice Curiger, l'Esposizione Internazionale, intitolata quest'anno Illumi-nazioni, punta sulla presenza femminile e sulle nuove generazioni, anche se ad accogliere il pubblico ci sono i tre capolavori cinquecenteschi del Tintoretto, pittore della luce.
Tanto per ricordare quali sono le radici dell'arte. Dell'artista cinquecentesco arrivano all'Arsenale l'Ultima Cena e il Trafugamento del corpo di San Marco e la Creazione degli Animali, prestito eccezionale della Soprintendenza veneziana.
Arriva dunque dal '500 veneto la prima illuminazione sulla via dell'arte, per aprire un percorso dove il segno contemporaneo abbraccia la sperimentazione, ma anche la riscoperta dei linguaggi della tradizione: pittura, scultura, fotografia, capaci oggi di svelare il loro potenziale latente. Attendersi novità è d'obbligo, come del resto a ogni Biennale.
Ma quest'anno degli 83 artisti, 32 sono le donne e altrettanti i giovani, per non parlare dei 61 al loro esordio in laguna (tra cui sette dei dieci italiani selezionati, quasi tutti attivi all'estero, a partire da Maurizio Cattelan). Non mancano infine alcuni protagonisti delle generazioni precedenti, tra cui Llyn Foulkes, Luigi Ghirri, Jack Goldstein, Gedewon, Jeanne Natalie Wintsch.
Foto di Andrea Merola
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