dell'inviato Francesco Grant - Kiev - Aspettatevi sorprese, comunque vada. E' la promessa sottintesa
di Gianluigi Buffon, capitano di un'Italia partita tra le tempeste e
ora pronta ad esser accolta dagli applausi. "Nel calcio la riconoscenza
non esiste, e anche fuori dal calcio", dice alla vigilia della finale
europea con la Spagna. E si capisce che saranno macigni, altro che
sassolini dalle scarpe. Comunque vada, ci sarà il ringraziamento del
presidente Napolitano, lunedì: mai era successo, nella storia dello
sport italiano, che una nazionale venisse invitata al Quirinale prima
ancora di sapere se è salita sul gradino più alto del podio. "In tempi
di miseria, chi ha intelligenza e buon senso è un gigante: e Napolitano è
un gigante", l'omaggio di Buffon, cui il Capo dello Stato aveva
ricordato il suo discorso 'politico' di un anno fa. "E' agli atti del
Quirinale", aveva scherzato Napolitano, negli spogliatoi di Danzica. Il
presidente pronto a riconoscersi nello 'spirito di squadra' della
nazionale, e l'Italia felice di trovare almeno un sostegno politico.
Quello che serve per scalare l'ultima montagna, la Spagna campione
d'Europa e del Mondo, e scacciare tutti i malauguri.
"La favorita resta la Spagna - spiega sincero Buffon - viene da
quattro anni gloriosi, di dominio assoluto e perché ha grandi campioni.
Noi siamo la sorpresa di questo Europeo, e speriamo di sorprendere fino
in fondo". Un po' meno sincero lo è quando gli chiedono del confronto
con Casillas: "E' fortissimo, ma non faccio graduatorie di campioni, per
quanti ne ha la Spagna: per me è un onore affrontarlo, un anno fa ero
precipitato al centocinquantesimo posto della classifica mondiale...".
Un avviso a chi pensa a rapporti di forza schiacciante. "A inizio torneo
- aggiunge però anche - dissi che non potevamo vincere perché c'era una
squadra che è nettamente superiore a tutte le altre: e il caso vuole
che la affronteremo domani. La fortuna è che si parte da 0-0".
La fortuna è anche essere allenati da Prandelli e aver finalmente
trovato il Balotelli che tutti aspettavano. "C'é un'aria simile a quella
del 2006, per sapere come finirà dovete avere ancora qualche ora di
pazienza - si diverte a dire, elogiando la svolta-spettacolo del ct -
Nonostante ci si fregi di 4 mondiali, arriva il momento in cui serve
l'umiltà di voltar pagina: Prandelli è stato bravissimo, senza di lui
non sarebbe stato possibile". E quanto a Balotelli, "lui ha qualità
immense, ma gioca in una squadra di campioni e ha un allenatore che lo
ha fatto rendere al meglio. Dunque, merito suo e merito anche
dell'Italia". Buffon si riconosce appieno in questa nazionale. "Canto
l'inno con emozione perché ho perso due bisnonni sul Piave - ricorda -
Al di là di tutte le chiacchiere, noi italiani abbiamo un amore per la
maglia che va oltre i nostri limiti. Per rendere onore alla bandiera e
al Paese, troviamo sempre l'unità". Prova generale del discorso di
lunedì al Quirinale. Ma prima c'é la Spagna, e la voglia di sorprendere
tutti.
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