segunda-feira, 15 de julho de 2013

Letta annuncia sanzioni 'Chi ha sbagliato pagherà'

  
 
Ablyazov: Farnesina si chiama fuori, Pansa al lavoro
 Un fermo immagine di Alma Shalabayeva con la figlia


 "Faremo piena luce e arriveremo in fondo, anche dal punto di vista delle sanzioni. E dunque chi ha sbagliato ne risponderà". Lo ha assicurato il presidente del Consiglio Enrico Letta, come riporta in apertura oggi il quotidiano la Repubblica, sulla questione della vicenda di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulsa dall' Italia lo scorso maggio con la figlia. "Mi aspetto che la relazione del capo della Polizia arrivi prestissimo - aggiunge il premier secondo quanto riportato dal quotidiano - e sono sicuro che sarà in linea con quella total disclosure che abbiamo imposto sulla vicenda". Il premier, come riferisce oggi anche il Corriere della Sera, sottolinea che "sarà fatta luce piena" e che i responsabili "verranno sanzionati, in linea con la massima trasparenza che abbiamo imposto". Il quotidiano di via Solferino, insieme a Repubblica e al Giornale, riporta anche di un ministro dell'Interno Angelino Alfano 'furibondo'. "Salteranno molte capocce - sono le parole del titolare del Viminale come riferite dal Giornale, - si fermeranno molte carriere. Chi mi ha ingannato deve pagare". Il vicepremier, aggiunge Repubblica, punta a difendersi con l'indagine interna del prefetto Pansa. Come confidato ai suoi collaboratori e riportato dal quotidiano diretto da Ezio Mauro, Alfano ha chiesto "una relazione in tempi rapidissimi al capo della Polizia" e "in base a quella ricostruzione dei fatti" agirà, precisando che parlerà "con le decisioni"

Farnesina si chiama fuori, Pansa al lavoro - La competenza sulle espulsioni non è nostra. Sull'espulsione di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Ablyazov, la Farnesina si chiama fuori: non abbiamo ''alcuna competenza in materia di espulsione di stranieri, né accesso ai dati'' sui rifugiati politici in Paesi terzi. Il ministero deve solo ''verificare l'eventuale presenza nella lista di agenti diplomatici accreditati in Italia di nominativi che possano essere di volta in volta segnalati dalle autorità di sicurezza italiane''. Una precisazione che suona come un'ulteriore presa di distanza dall'operato del Viminale. E preceduta da due interviste allo stesso ministro Emma Bonino, che a due quotidiani dichiara: ''Il 2 giugno durante la Festa della Repubblica dissi ad Alfano di seguire il caso di persona''. L'affaire Shalabayeva, moglie del dissidente kakazo ricercato nel suo Paese per frode e malversazioni di capitali ed espulsa dall'Italia il 31 maggio dopo un blitz nella villetta di Casal Palocco, a Roma, dove viveva, organizzato nel tentativo di catturare il marito, rifugiatosi a Londra, lascia il segno sugli equilibri politici italiani.

''Il quadro si è aggravato'', confida un esponente del governo. I Cinque Stelle confermano la mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell'Interno Alfano, che non è escluso riferisca giovedì alle Camere. Dopo le ricostruzioni della vicenda circolate, troppe ombre si sono addensate sull'operato di alcuni uffici-chiave del Viminale e della polizia. Il Pdl difende il ministro ''vittima di speculazioni'', dice il sottosegretario Jole Santelli; ed Enrico Costa, capogruppo Pdl in commissione Giustizia alla Camera, punta il dito contro il senatore Pd Casson che chiede di far luce sui legami tra Berlusconi e il dittatore kazako. Prudente il ministro D'Alia, Scelta Civica, che invita ad attendere gli esiti dell'inchiesta affidata al capo della polizia, Alessandro Pansa, per capire dove si sia interrotta la comunicazione e perché il governo non sia stato informato. Maroni ritiene che c'è ''una responsabilità politica o un'omissione molto grave''. ''Mi rifiuto di pensare - ha aggiunto il leader della Lega - che un questore abbia messo in piedi un'operazione del genere, è impensabile, lo dico da ex ministro dell'Interno''. Il dossier sarà consegnato ad Alfano entro mercoledì. Il linea teorica anche il ministro della Giustizia potrebbe avviare una verifica sull'operato degli uffici giudiziari che hanno seguito i passaggi connessi all'espulsione, ma al momento non è stata disposta un'azione in tal senso, né è detto sia necessaria.
''Salterà qualche testa? Penso sia prematuro dirlo - afferma un funzionario del Dipartimento di Sicurezza - prima serve un'attenta ricostruzione dei fatti''. Quella a cui Pansa sta lavorando, appunto. Certo, se si inquadra quel che è accaduto nell'ambito di un'operazione di polizia avvenuta dopo contatti con emissari diplomatici kazaki, ''Ablyazov è stato trattato come un truffatore internazionale sulla base delle sue pendenze e delle segnalazioni arrivate; e Alma Shalabayeva come la moglie di un ricercato''. Non è mancato qualche approfondimento? ''E' mancata sensibilità, come del resto rilevato anche dal governo nell'annunciare la revoca dell'espulsione'', sintetizza la stessa fonte. Quella sensibilità che avrebbe imposto di accertare chi fosse la persona che, con la figlia, si rispediva in Kazakistan. Nel racconto del blitz che Alma ha affidato al Financial Times, la donna dice di essere stata chiamata ''puttana russa''. ''Credevo fossero venuti a ucciderci'', aggiunge. La Questura di Roma smentisce qualsiasi maltrattamento. E l'avvocato della donna, Riccardo Olivo, sottolinea che ''se il blitz in sé può anche essere legittimo'' perché formalmente organizzato per la cattura di un ricercato, ''non è legittima la consegna al Kazakistan di una persona non oggetto del mandato e, per di più, esposta a rischi evidenti in caso di rimpatrio''

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