Un fermo immagine di Alma Shalabayeva con la figlia
"Faremo
piena luce e arriveremo in fondo, anche dal punto di vista delle
sanzioni. E dunque chi ha sbagliato ne risponderà". Lo ha assicurato il
presidente del Consiglio Enrico Letta, come riporta in apertura oggi il
quotidiano la Repubblica, sulla questione della vicenda di Alma
Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulsa
dall' Italia lo scorso maggio con la figlia. "Mi aspetto che la
relazione del capo della Polizia arrivi prestissimo - aggiunge il
premier secondo quanto riportato dal quotidiano - e sono sicuro che sarà
in linea con quella total disclosure che abbiamo imposto sulla
vicenda". Il premier, come riferisce oggi anche il Corriere della Sera,
sottolinea che "sarà fatta luce piena" e che i responsabili "verranno
sanzionati, in linea con la massima trasparenza che abbiamo imposto". Il
quotidiano di via Solferino, insieme a Repubblica e al Giornale,
riporta anche di un ministro dell'Interno Angelino Alfano 'furibondo'.
"Salteranno molte capocce - sono le parole del titolare del Viminale
come riferite dal Giornale, - si fermeranno molte carriere. Chi mi ha
ingannato deve pagare". Il vicepremier, aggiunge Repubblica, punta a
difendersi con l'indagine interna del prefetto Pansa. Come confidato ai
suoi collaboratori e riportato dal quotidiano diretto da Ezio Mauro,
Alfano ha chiesto "una relazione in tempi rapidissimi al capo della
Polizia" e "in base a quella ricostruzione dei fatti" agirà, precisando
che parlerà "con le decisioni"
Farnesina si chiama fuori, Pansa al lavoro - La competenza
sulle espulsioni non è nostra. Sull'espulsione di Alma Shalabayeva,
moglie del dissidente kazako Ablyazov, la Farnesina si chiama fuori: non
abbiamo ''alcuna competenza in materia di espulsione di stranieri, né
accesso ai dati'' sui rifugiati politici in Paesi terzi. Il ministero
deve solo ''verificare l'eventuale presenza nella lista di agenti
diplomatici accreditati in Italia di nominativi che possano essere di
volta in volta segnalati dalle autorità di sicurezza italiane''. Una
precisazione che suona come un'ulteriore presa di distanza dall'operato
del Viminale. E preceduta da due interviste allo stesso ministro Emma
Bonino, che a due quotidiani dichiara: ''Il 2 giugno durante la Festa
della Repubblica dissi ad Alfano di seguire il caso di persona''.
L'affaire Shalabayeva, moglie del dissidente kakazo ricercato nel suo
Paese per frode e malversazioni di capitali ed espulsa dall'Italia il 31
maggio dopo un blitz nella villetta di Casal Palocco, a Roma, dove
viveva, organizzato nel tentativo di catturare il marito, rifugiatosi a
Londra, lascia il segno sugli equilibri politici italiani.
''Il quadro si è aggravato'', confida un esponente del governo. I
Cinque Stelle confermano la mozione di sfiducia nei confronti del
ministro dell'Interno Alfano, che non è escluso riferisca giovedì alle
Camere. Dopo le ricostruzioni della vicenda circolate, troppe ombre si
sono addensate sull'operato di alcuni uffici-chiave del Viminale e della
polizia. Il Pdl difende il ministro ''vittima di speculazioni'', dice
il sottosegretario Jole Santelli; ed Enrico Costa, capogruppo Pdl in
commissione Giustizia alla Camera, punta il dito contro il senatore Pd
Casson che chiede di far luce sui legami tra Berlusconi e il dittatore
kazako. Prudente il ministro D'Alia, Scelta Civica, che invita ad
attendere gli esiti dell'inchiesta affidata al capo della polizia,
Alessandro Pansa, per capire dove si sia interrotta la comunicazione e
perché il governo non sia stato informato. Maroni ritiene che c'è ''una
responsabilità politica o un'omissione molto grave''. ''Mi rifiuto di
pensare - ha aggiunto il leader della Lega - che un questore abbia messo
in piedi un'operazione del genere, è impensabile, lo dico da ex
ministro dell'Interno''. Il dossier sarà consegnato ad Alfano entro
mercoledì. Il linea teorica anche il ministro della Giustizia potrebbe
avviare una verifica sull'operato degli uffici giudiziari che hanno
seguito i passaggi connessi all'espulsione, ma al momento non è stata
disposta un'azione in tal senso, né è detto sia necessaria.
''Salterà qualche testa? Penso sia prematuro dirlo - afferma un
funzionario del Dipartimento di Sicurezza - prima serve un'attenta
ricostruzione dei fatti''. Quella a cui Pansa sta lavorando, appunto.
Certo, se si inquadra quel che è accaduto nell'ambito di un'operazione
di polizia avvenuta dopo contatti con emissari diplomatici kazaki,
''Ablyazov è stato trattato come un truffatore internazionale sulla base
delle sue pendenze e delle segnalazioni arrivate; e Alma Shalabayeva
come la moglie di un ricercato''. Non è mancato qualche approfondimento?
''E' mancata sensibilità, come del resto rilevato anche dal governo
nell'annunciare la revoca dell'espulsione'', sintetizza la stessa fonte.
Quella sensibilità che avrebbe imposto di accertare chi fosse la
persona che, con la figlia, si rispediva in Kazakistan. Nel racconto del
blitz che Alma ha affidato al Financial Times, la donna dice di essere
stata chiamata ''puttana russa''. ''Credevo fossero venuti a
ucciderci'', aggiunge. La Questura di Roma smentisce qualsiasi
maltrattamento. E l'avvocato della donna, Riccardo Olivo, sottolinea che
''se il blitz in sé può anche essere legittimo'' perché formalmente
organizzato per la cattura di un ricercato, ''non è legittima la
consegna al Kazakistan di una persona non oggetto del mandato e, per di
più, esposta a rischi evidenti in caso di rimpatrio''
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