quinta-feira, 19 de setembro de 2013

Meno nascite in Italia e mamme sempre più vecchie

Roma - Cala il numero delle nascite in Italia e, seppur di poco, il ricorso al cesareo. Aumentano invece il numero dei parti presso ospedali pubblici, l'età media delle madri e il numero di bimbi nati vivi. Così si nasce in Italia, secondo i dati del nono Rapporto Cedap, sull'evento nascita in Italia, pubblicati dal Ministero della Salute e relativi all'anno 2010. Sempre meno i nuovi nati: 554.428 a fronte dei 557.300 dell'anno precedente e in 1,38 gravidanze su 100 sono venuti al mondo grazie alla procreazione medicalmente assistita. Si rivolgono al pubblico l'88,2 delle mamme, dato in aumento a fronte dell'87,7% dell'anno precedente. L'11,8% sceglie invece le case di cura e solo 0,1% altri luoghi, in genere il proprio domicilio. La loro età media continua, lentamente, a crescere: l'età media delle puerpere è ora di 32,6 anni per le italiane mentre scende a 29,3 per le cittadine straniere. Il primo figlio invece arriva in genere oltre i 31 anni per le italiane, ma con sensibili variazioni regionali, e 28 per le cittadine straniere. Straniere che sempre più spesso partoriscono in Italia, passando dal 18% sul totale dei parti nel 2009 al 18,3% nel 2010, con picchi in Emilia Romagna e Lombardia, dove rappresentano il 28%. Il cesareo resta uno dei punti critici del "percorso nascita" e si attesta al 37,5%, mezzo punto percentuale in meno rispetto a quanto rilevato dal precedente rapporto. Il dato, ancora sopra la media europea e sopra il tasso consigliato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, raggiunge picchi altissimi specie nelle cliniche private, dove avviene nel 58,3% dei parti contro il 34,6% dei parti che avvengono nel pubblico. La tendenza è comunque positiva, come quella che indica il tipo di ospedale prescelto.

Cresce, infatti, il numero di chi si rivolge a strutture dove avvengono almeno 1000 parti annui: sono il 67,9%, nel 2009 erano il 66,7%. In calo i parti che invece hanno luogo in ospedali che ne effettuano meno di 500, e dunque considerati più a rischio perché meno adatte ad affrontare eventuali emergenze: sono 7,1% mentre nel 2009 erano 7,9%. Nonostante cresca l'età media delle madri, cala il numero delle amniocentesi, ne sono state effettuate 13,6 ogni 100 parti, a fronte delle 14,2 registrate dal precedente rapporto. Ma non sono segno di mancata attenzione al periodo più delicato per eccellenza, tutt'altro. Resta alto e stabile, anche rispetto alla media europea, il numero dei controlli effettuati in gravidanza: nell'84,6% dei casi il numero di visite ostetriche è superiore a 4 e nel 73,2% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. Anche in conseguenza di questo, scende il tasso di mortalità natale, nel 2010 sono stati rilevati 1.510 nati morti, pari a 2,72 nati morti ogni 1.000 nati, nel 2009 erano il 2,83.

Attuare una corretta politica sanitaria "a favore delle adolescenti e delle donne in età fertile", organizzare "strutture preposte al settore materno infantile" e definire "linee guida di alto livello scientifico", ha dichiarato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, sono misure che, "se correttamente e diffusamente adottate, concorrono alla realizzazione di un miglioramento della qualità, sicurezza e appropriatezza degli interventi e alla riduzione dei tagli cesarei".




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