CINEMA
Ciclo:Tu vuò fa l'Americano…. Quando gli
Oscar parlano italiano.
Dopo 15 anni un film italiano vince di nuovo
un oscar ed un grande dibattito sulla qualità del cinema italiano contemporaneo
e sull’opera di Sorrentino infiamma l’Italia.
Il nostro cineforum propone una selezione di alcuni
dei grandi capolavori che hanno scritto il nome di artisti italiani nella notte
degli Academy Awards.
“LA
GRANDE BELLEZZA
”
Regia: Paolo Sorrentino Anno di
produzione: 2014 Durata: 150
minuti Tipologia: lungometraggio Genere:
drammatico
Scrittore di un
solo libro giovanile, L'apparato umano, Jep Gambardella, giornalista di costume,
critico teatrale, opinionista tuttologo, compie sessantacinque anni chiamando a
sé, in una festa barocca e cafona, il campionario freaks di amici e conoscenti
con cui ama trascorrere infinite serate sul bordo del suo terrazzo con vista sul
Colosseo. Trasferitosi a Roma in giovane etàJep rifluisce presto nel girone
dantesco dell'alto borgo, diventandone uno dei centri. Sonoramente bocciato a
Cannes il film di Sorrentino ha conquistato Hollywood. Dopo la vittoria de La
grande bellezza un acceso dibattito si è aperto in Italia sulla qualità del film
di Sorrentino. Alcuni lo salutano come uno sforzo per riportare al centro della
mecca hollywoodiana, nelsancta sanctorum del cinema mondiale, il sentire
cinematografico italiano. Altri, criticando questa visione hollywoodocentrica,
lo indicano invece come un prodotto non all’altezza della tradizione
cinematografica italiana che solo grazie all’abile manovra diplomatica della
produzione e all’utilizzazione di stereotipi filmici (soprattutto felliniani) si
è imposto alla giuria degli Oscar. Il sociologo Alberto Abruzzese afferma che la Grande
Bellezza è una pizza mal riuscita di vetero fellinismi moralistici di stampo
intellettualistico. Il suo allievo Zambardino lo contraddice dicendo che è il
racconto ciò che conta. Il colto critico d’arte Philippe Daverio afferma che
il film di Sorrentino è uno spot per l’Italia ma che ha vinto l’Oscar grazie a
stereotipi e clichés: “Il film descrive la città di Roma esattamente come piace
immaginarla agli americani”, con “le feste notturne, la folla dei prelati, i
santi, i peccati e le mille sacrestie”. Insomma, più che un’opera d’arte, il film di
Sorrentino sarebbe “un riuscito spot pubblicitario che il governo dovrebbe
premiare per gli indiscutibili benefici che arrecherà al turismo italiano”.
Ma è questo lo
scopo di un film che, tra citazioni di grandi maestri del cinema italiano
(Fellini, Scola, Petri etc) e appelli a grandi scrittori (Proust, Breton), si
definisce con un titolo così ambizioso? In Italia, il dibattito è ancora work in progress e
non accenna a diminuire.
30 aprile 2014, alle ore 19.00
Sottotitoli: in
italiano. Presentazione: Maurizio Russo Ingresso
gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili. Rua Frei
Caneca, 1071 (próx. ao metrô Consolação) /
Tel.: 3285.6933
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