Il segreto del liquore più famoso d'Italia sta nella buccia dei limoni della Costiera Amalfitana
ROMA
Sorrento, Amalfi, Capri: in un raggio di pochi chilometri tre luoghi si contendono la paternità del Limoncello.
In Costiera la storia narra che le grandi famiglie sorrentine, agli inizi del ‘900, non facevano mai mancare agli ospiti illustri un assaggio di limoncello realizzato secondo la tradizionale ricetta. L’originale Limoncello di Sorrento IGP deve essere prodotto in uno dei comuni del territorio che va da Vico Equense a Massa Lubrense e nell’isola di Capri.
Il sistema di coltivazione è quello tipico e tradizionalmente adottato nella zona. La tecnica più utilizzata consiste nel coltivare le piante sotto impalcature di pali di castagno di altezza superiore ai tre metri. Per garantire la maturazione dei frutti, il fusto va tenuto al riparo dagli agenti atmosferici. La raccolta è effettuata solitamente nel periodo da febbraio ad ottobre: è fatta a mano, perché deve essere impedito il contatto diretto dei limoni col terreno.
Le caratteristiche principali del prodotto vanno ricercate nella forma ellittica e simmetrica, nelle dimensioni medio-grosse, nel colore della buccia giallo citrino. Ed è proprio la buccia l’ingrediente principale della produzione di limoncello: la scorza è infatti ricca di oli essenziali e ha un’aroma molto deciso. Una volta accertata l’origine sorrentina del limone, si può finalmente procedere alla preparazione del liquore secondo l'antica ricetta. Con pochi sani ingredienti, il limoncello può essere preparato anche comodamente da casa. I tempi tecnici si aggirano sugli ottanta giorni. Il limoncello, infatti, secondo la ricetta tradizionale, deve macerare per più di due mesi.
Nella scelta dei limoni, vanno preferiti quelli con buccia molto spessa. Proprio il clima mediterraneo della costa sorrentino-amalfitana garantisce la crescita di un limone con buccia grossa e profumata. Il primo passo della ricetta del Limoncello di Sorrento prevede il lavaggio del frutto in acqua calda e la spazzolata per ripulirlo da eventuali residui di insetticidi. In una brocca va versato dell’alcool, e aggiunti poi i pezzi di scorza aromatica ricavati dalla buccia.
Gli esperti consigliano l’utilizzo di alcol di buona qualità, anche per evitare che il liquore poi si trasformi in ghiaccio in freezer. Con la sistemazione della brocca coperta in una stanza buia o in una credenza, si conclude la prima fase di produzione. A temperatura ambiente, infatti, continuerà la macerazione della buccia e l’infuso assumerà lentamente l’aroma e il colore del giallo del limone. Dopo circa un mese di riposo, la preparazione prosegue con l’aggiunta di un pentolino di acqua e zucchero (prima portato in ebollizione e poi lasciato raffreddare) e dell’altro alcol. La brocca va poi nuovamente coperta e riposta per un altro mese abbondante.
Dopo quaranta giorni circa, secondo la ricetta del Limoncello di Sorrento, l’infuso va filtrato nelle bottiglie, scartando le bucce. Le bottiglie vanno immesse poi in freezer. Dal gusto unico e dall’aroma formidabile, il liquore va servito senza l’aggiunta di additivi e agenti coloranti. Il Limoncello è un ottimo digestivo se consumato freddo. Qualcuno lo preferisce a temperatura ambiente, magari mescolato in acqua tonica o champagne. Ultimamente, è in voga il suo utilizzo su gelati e macedonia. In Campania, nella terra principe della sua produzione, il limoncello chiude soprattutto il pranzo o la cena: è oramai diventato un rito sociale quasi al pari del caffè.
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