quarta-feira, 21 de janeiro de 2015

L’Helicobacter protegge dalla sclerosi multipla

MILANO
Può un microrganismo potenzialmente pericoloso come l’Helicobacter pylori proteggere dalla scelrosi multipla? Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry la risposta è “sì”, almeno nelle donne. Un risultato curioso -ad opera degli scienziati della University of Western Australia- che aggiunge un ulteriore tassello alla comprensione delle malattie autoimmuni.

Sistema immunitario impazzito
La sclerosi multipla è una malattia neurologica che causa la progressiva perdita del controllo muscolare. Ciò si verifica quando il sistema immunitario, per ragioni ancora da chiarire, produce anticorpi che distruggono la mielina, quella sostanza che isola le cellule nervose e che consente la corretta conduzione degli impulsi nervosi. Nei nervi mielinizzati la velocità è circa 100 volte maggiore di quella dei nervi non mielinizzati. Al mondo ne soffrono quasi 3 milioni di persone, oltre 68 mila nella sola Italia. Una malattia che –e questo è il mistero- colpisce prevalentemente gli individui di sesso femminile.

Il microrganismo che protegge
Berry Marshall lo sa bene. Il Nobel per la medicina 2005 è arrivato a bere un brodo di coltura contenente Helicobacter pur di dimostrare la sua intuizione. Il microrganismo, a differenza di quanto si credeva, è la principale causa delle ulcere gastriche. Si calcola che al mondo una persona su 2 lo ospiti nel proprio stomaco. Presenza non significa ulcera assicurata. Pur rappresentando una potenziale minaccia, il batterio sembrerebbe fungere da agente protettivo per la sclerosi multipla. Per arrivare a questa conclusione gli scienziati australiani, nel periodo compreso tra il 2007 e il 2011, hanno sottoposto al test per evidenziare la presenza di Helicobacter pylori 550 persone affette da sclerosi e quasi 300 individui sani. Dalle analisi è emerso che oltre il 30% degli individui con la malattia non avevano mai contratto il microrganismo rispetto a quelli sani. Ciò accade però solo nelle donne. Non solo, considerando altri importanti fattori emerge che le donne positive al test presentavano un minor grado di disabilità rispetto a quelle senza infezione.

Ipotesi igienica
Un minor grado di disabilità e una maggiore protezione che sembrerebbero dovuti all’ipotesi igienica, quella teoria che afferma che il ridotto contatto con agenti infettivi nei primi anni di vita sarebbe alla base dell'incremento delle reazioni allergiche e autoimmuni. Come spiega il professor Jun-ichi Kira dell’Università di Kyushu (Fukuoka, Giappone) –chiamato a scrivere l’editoriale di accompagnamento all’articolo degli scienziati australiani- «questa relazione inversa tra infezione  e sclerosi sembrerebbe corroborare l’ipotesi dell’igiene, rafforzata anche dal dato epidemiologico di un maggior aumento di prevalenza della malattia, soprattutto nel sesso femminile. Resta comunque da chiarire come mai questo presunto effetto protettivo emerga solo tra le donne».

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