Arcobaleno in Technicolor. Il giallo oro della strada di mattoncini, il rosso rubino delle scarpette di Dorothy, il verde brillante della città di Smeraldo. Cosa sarebbe il film fantastico per eccellenza, il kolossal Il mago di Oz del produttore MGM Louis B. Mayer senza i suoi colori? Abbandonare il mondo color seppia e polveroso del Kansas per approdare in un luogo magico e multicolore fatto di uomini di latta scintillanti, streghe dalla faccia verdastra e scimmie blu non sarebbe stato possibile senza il Technicolor, la tecnica che a partire da metà degli anni Trenta aveva permesso a Hollywood di sognare a colori. Il Cinema Ritrovato di Bologna celebra i primi cento anni della Technicolor fondata a Boston nel 1915 da Herbert Kalmus, Daniel Comstock e W. Burton Wescott con una programmazione che include La donna che visse due volte di Hitchcock, 2001: Odissea nello spazio di Kubrick (in una copia 70mm), ma soprattutto il musical con Judy Garland, presentato in una versione restaurata digitalmente da Warner Bros in 4K a partire dai negativi camera originali Technicolor a tre matrici, conversione in 3D.
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