Poeta, narratore, drammaturgo, appare oggi profetico e provocatorio
Pier Paolo Pasolini sul set di Teorema © ANSA
Quando, negli ultimi anni, prima di morire ucciso nel 1975, Pier Paolo Pasolini svolge la sua attività ''corsara'' e ''luterana'', come intitolerà i suoi scritti, oltre a denunciare le trame e l'astrattezza del Palazzo, oltre a dichiarare ''io so, ma non ho le prove'' relativamente alla storia recente del Paese, scrisse che l'Italia stava vivendo ''un processo di adattamento alla propria degradazione''.
Oggi, a quaranta anni di distanza, non si può dire che quel processo sia concluso, ma certo quelle parole risultano drammaticamente profetiche. E' anche per questo, per la sua critica ''all'edonismo consumistico'' e ''al conformismo interclassista'', per aver colto, segnato e rappresentato un momento profondo di cambiamento della nostra società, dalle antiche tradizioni e cultura contadina, al materialismo e la violenza del dopo boom economico, che nel 1973 ha la sua prima e grave crisi, che Pasolini ha finito per diventare un punto di riferimento continuamente citato, eppure cassandra inascoltata, e la sua figura è finita quasi santificata, grazie anche ai misteri mai risolti legati alla sua morte violenta, al suo martirio.
Intellettuale vivace, intelligente e curioso, in anni in cui gli intellettuali erano anima della vita sociale e politica, artista multiforme, poeta, narratore, drammaturgo, regista cinematografico, filologo, critico, giornalista e polemista, quando la commistione di generi era ancora vista con sospetto, in tutto ciò in cui si è provato ha portato un tocco di personale innovazione, ha messo la sua vena polemica e provocatoria, frutto anche dell'essersi misurato con una vita difficile, contrastata e sofferta, esibita e patita e difesa.mais ...
www.ansa.it
Nenhum comentário:
Postar um comentário