segunda-feira, 9 de novembro de 2015

Ius soli, a Boldrini non basta: cittadinanza a tutti i migranti

Laura Boldrini lo ius soli non basta. Vuole regalare la cittadinanza proprio a tutti gli immigrati.







Nonostante l'accordo raggiunto da democratici e alfaniani apra le porte dell'Italia ai milioni di disperati, il presidente della Camera sogna di abbattere i pochi paletti messi dalla maggioranza. "Non è un testo ideale - dice - ma è evidente però che così abbiamo rotto un muro e per la prima volta abbiamo messo in discussione il fatto che i nostri figli possano crescere accanto a ragazzini nati in Italia ma senza chance di diventare italiani se non prima dei 18 anni".
Parlando della legge sulla cittadinanza, durante a un convegno organizzato dalla Fiom -Cgil a Padova sui temi dell’immigrazione, la Boldrini ha tuonato contro la riforma della legge sullo ius soli presentata dalla maggioranza. "La cittadinanza di un bambino non può dipendere dallo stipendio dei genitori - ammonisce il presidente della Camera - se un diritto è un diritto deve esserlo per tutti, oppure non è un diritto". Secondo l’accordo raggiunto da Pd e Ncd potranno essere considerati cittadini italiani alla nascita solo i figli degli stranieri che hanno un permesso a tempo indeterminato. Per ottenerlo la famiglia deve poter dimostrare di avere un reddito minimo non inferiore all’assegno sociale annuo. "Questo - accusa la Boldrini - è il punto più critico di questa legge". Più in generale chiede che le porte dell'Italia e dell'Europa si aprano maggiormente ai disperati che cercano di entrare."L’Europa oggi ha una grande opportunità di cambiare rotta - auspica - grazie ai rifugiati si capisce che nessuno Stato da solo può gestire questo fenomeno e per questo siamo finalmente di fronte alla scelta di un’unica politica d’asilo invece che a 28 diverse - continua - l'Unione Europea deve diventare 2.0, dare risposte ai bisogni dei cittadini e non essere più la causa dei problemi".
La Boldrini invita poi i politici e l'opinione pubblica a non usare più la parola "emergenza" quando si parla di immigrazione"È una brutta parola che non porta mai buone cose perché fa paura e permette di derogare le regole - pontifica - è la parola usata da chi lavora sulla paura, facendone uno strumento politico". E invita i cittadini italiani a "conoscere" gliimmigrati e guardarli in faccia affinché "capiscano che si tratta di essere umani""La conoscenza e incontro sono l’unico antidoto alla paura - tuona ancora - sappiamo bene che i migranti non rubano il lavoro, ma anzi che fanno i lavori piu difficili e pesanti. Di chi è la colpa se un migrante viene pagato la metà? È sua o di un sistema che strangola tutti, anche i piccoli produttori che non ce la fanno ad arrivare ad una paga dignitosa?"
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