sábado, 12 de março de 2016

Le belle storie non scadono mai: sei fiabe che tutti gli adulti dovrebbero rileggere

Ci sono storie che non smettono mai di insegnarci qualcosa. Ci sono fiabe che non hanno età. E ce ne ne sono alcune che andrebbero rilette più volte nella vita, soprattutto in età adulta. Scopri quali sono secondo la pedagogista Antonella Bastone. 
di Antonella Bastone


La letteratura psicologica e pedagogica ha ampiamente dimostrato da tempo la funzione educativa della fiaba per la formazione dei bambini. Tuttavia, è solo recentemente che si sta valutando la possibilità di sperimentarne l’applicazione e la funzionalità nella formazione degli adulti. Le fiabe, infatti, non rappresentano semplicemente “uno strumento per addormentare i bambini”, ma tramandano un’antica saggezza capace di risvegliare la coscienza, di accompagnare l’essere umano a riconoscere e superare le sfide quotidiane, di modificare il proprio atteggiamento nei confronti della vita.
Ecco, secondo la pedagogista Antonella Bastone, vincitrice della prima edizione di Keywords – il concorso per autori di saggistica promosso dall’Espresso in collaborazione con ilmiolibro.it – con il libro Le fiabe nella formazione professionale,alcune fiabe che dovremmo rileggere anche da adulti per affrontare meglio le esperienze del quotidiano:


1) Una metafora della società moderna: Alice nel Paese delle meraviglie
Il Paese delle meraviglie di Alice è una metafora illuminante delle moderne società complesse e delle relative nuove esigenze di orientamento: come Alice, gli adulti di oggi si sentono spesso catapultati in un mondo apparentemente illogico e assurdo che li porta a dubitare di tutte le conoscenze in possesso e della propria autoefficacia.


2) La paura del passaggio verso l’età adulta: Peter Pan
Anche il passaggio verso l’età adulta oggi rappresenta una fase complicata, dal momento che le nuove generazioni si trovano a vivere una sospensione dell’adultità che dura molto di più rispetto al passato, proprio come Peter Pan… Anche se in realtà, la fiaba ci spiega che la reale preoccupazione che impedisce a Peter Pan di desiderare di crescere è la paura di rimanere imprigionato nella gabbia delle aspettative genitoriali.


3) I nuovi ruoli di genere: Frozen e il regno di ghiaccioFrozen
Ci sono anche storie moderne, come Frozen e il regno di ghiaccio che ci parlano in maniera eclatante della necessità di ripensare a nuovi ruoli di genere, a uomini e donne capaci di comportamenti sociali diversi: il personaggio di Elsa propone un modello femminile nuovo, moderno, tanto è vero che è una delle poche principesse a non aspettare alcun Principe Azzurro, ma capace di governare da sola sul regno.


4) Costruire un ruolo professionale: Il Mago di Oz
E poi ci sono i grandi interrogativi dettati dall’inserimento nel mondo del lavoro: cosa serve oggi per costruire (o ri-costruire) un ruolo professionale? Quali sono le competenze più utili richieste dal mercato? A questo proposito, il Mago di Oz può ancora insegnarci qualcosa: i doni che i protagonisti della fiaba di Baum richiedono al Mago di Oz rappresentano simbolicamente le competenze più richieste nello scenario professionale attuale, ossia il cervello flessibile dello Spaventapasseri, la competenza emotiva del Boscaiolo di Latta e il coraggio del Leone.


5) La nascita del primo figlio: Pollicinopollicino
La nascita del primo figlio rappresenta oggi un momento delicato, dove individui, coppie e famiglie possono sperimentare disagio e disorientamento. Alcune fiabe, come  Pollicino, danno voce ad una delle preoccupazioni più consuete e naturali della coppia genitoriale, ossia che il bambino possa essere molto diverso dalle proprie aspettative e desideri, provocando così sentimenti di delusione e frustrazione.

6) La forza del viaggio: Le avventure di Sindibàd il marinaio
Il marinaio ci parla della valenza formativa del viaggio, anche in chiave metaforica: l’allontanamento da tutto ciò che è noto, l’incontro con il nuovo, il diverso, l’estraneo stimola esperienze di riflessione e indipendenza. E in un’epoca come quella attuale, fatta di complessità e immediatezza, la narrazione costringe a recuperare la categoria tempo: la storia ascoltata e ricevuta, narrata o donata è un tempo pieno e denso di significati, perché non è pensabile se non attraverso la relazione, con l’altro o con se stessi.

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