quinta-feira, 19 de maio de 2016

La Roma esoterica e i suoi fantasmi

Ombre, misteri e leggende esoteriche colorano da sempre l’Italia. Singolare è che siano moltissimi gli aneddoti che vivono nel cuore della cristianità, a Roma, che svela così il suo lato occulto.

Sede delle Porta Santa, la Città Eterna è anche sede della Porta Alchemica di Villa Palombara, oggi Piazza Vittorio, di proprietà del marchese Massimiliano Palombara. Su una delle porte del palazzo, nel 1680, apparvero dei misteriosi simboli la cui paternità per alcuni è opera di un alchimista eccellente, Giuseppe Francesco Borri, per altri di un misterioso sconosciuto che studiava la trasmutazione degli elementi in oro. Si racconta che l’uomo scomparve attraversando la porta sulla quale rimasero impressi segni, foglie e una carta chiave d’accesso della pietra filosofale. Ad oggi i simboli non sono stati del tutto decifrati, così come non è chiaro se la porta sia una via d’accesso per il Paradiso o per gli Inferi.
E si tratta certamente della brezza del Diavolo, invece, quella che sbuffa gelida a Piazza del Gesù. La leggenda vuole che Lucifero si ingelosì furiosamente della bellezza della Chiesa e su un carro demoniaco trascinato dal vento arrivò nella notte ai piedi dell’edificio per distruggerlo. L’alba improvvisa lo tradì e, nella fretta di fuggire, abbandonò sul piazzale il vento.
La Capitale, custodisce un altro storico episodio, quella della Torre della scimmia di via dei Portoghesi. I proprietari vivevano lì con la figlia. Un giorno, una scimmietta, forse posseduta da un demone, portò la bimba in cima alla torre sulla quale si trova una statua di Maria. Gli occhi della Prima Madre si animarono e convinsero l’animaletto a non gettare la bambina nel vuoto. Da allora, una lampada arde a perpetua memoria per ringraziarla.
A Piazza Navona invece agli innamorati è consigliato di non girare in senso antiorario intorno alla Fontana dei Quattro Fiumi. La tradizione vuole che la coppia si lascerà entro sei giorni a causa dell’anatema di una strega che, perfida e rabbiosa, scagliò in tempo immemore la “maledizione degli amanti
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