quinta-feira, 19 de maio de 2016

Malattie reumatiche: giocare d’anticipo per frenarle

In Italia 9 milioni di persone colpite. Artrite reumatoide, artrosi, fibromialgia, gotta e lupus eritematoso sistemico sono le più diffuse. Collegio nazionali dei reumatologi da oggi alle Molinette di Torino

Come spesso si sente dire dagli speciali sti, ruota tutto attorno al tempo: prima avviene la diagnosi, maggiori sono le chance di controllare e arrestare l’evoluzione delle malattie. Un «leit-motiv» a cui non sfuggono quelle reumatiche, che in Italia colpiscono almeno nove milioni di persone. Artrite reumatoide, artrosi, fibromialgia, gotta e lupus eritematoso sistemico le più diffuse. A esserne colpiti non soltanto gli anziani, ma anche adulti nel pieno della fase realizzativa - privata e professionale - della loro vita. È soprattutto a loro che si guarda idealmente quando si parla di diagnosi precoce. 

REUMATOLOGI RIUNITI A TORINO  
Il tema sarà al centro del congresso nazionale del Collegio dei Reumatologi Italiani, al via oggi a Torino. A fare gli onori di casa per tre giorni Enrico Fusaro, direttore della struttura complessa di reumatologia dell’Ospedale Molinette di Torino, che al suo interno ha appena aperto un ambulatorio dedicato alladiagnosi precoce dell’artrite reumatoide.  

Gli esperti si confronteranno sulla necessità di anticipare quanto più possibile le diagnosi, per evitare che malattie a decorso progressivo evolvano da una condizione dolorosa a una invalidante. Tutte le malattie autoimmuni sistemiche in generale richiedono continui accertamenti, cure impegnative e molto costose. «Non vanno lasciate a sé, ma bisogna curarle adeguatamente, prendendole per tempo», afferma lo specialista.  

CRUCIALE IL RAPPORTO COL MEDICO DI FAMIGLIA  
La chiave di volta, in un’epoca caratterizzata dai tagli alla sanità, è rappresentata dal rapporto tra il paziente e il medico di medicina generale. Tocca a quest’ultimo, di fronte alla descrizione dei sintomi, individuare la possibile causa del dolore: senza limitarsi alla sua cura. In questo modo anche la prognosi di malattie ad andamento cronico può risultare decisamente migliore. Perché, nonostante tutto, la medicina ha fatto sensibili passi in avanti in questo settore.  

I farmaci cosiddetti «di fondo» (DMARD) sono in grado di ridurre il dolore e gonfiore articolare e di rallentare o bloccare il danno alle articolazioni indotto dall’artrite. E quando questi non funzionano, l’ultima spiaggia è rappresentata «dai farmaci biotecnologici, in grado di bloccare il progresso delle malattie autoimmuni: come l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica e la spondilite anchilosante», fa eco Stefano Stisi, responsabile del reparto di reumatologia dell’ospedale Rummo di Benevento e presidente del Collegio dei Reumatologi ospedalieri e territoriali. «Il destino prognostico è decisamente migliorato rispetto al passato e, oggi, siamo in grado di offrire una migliore qualità della vita ai pazienti affetti da una malattia reumatica».  

PIÙ ATTENZIONE ALL’OSTEOPOROSI  
L’evento scientifico ricade nel mese mondiale dell’osteoporosi, malattia caratterizzata dalla progressiva perdita di massa ossea e da un conseguente più alto rischio di frattura. Come afferma Andrea Giustina, ordinario di endocrinologia all’Università di Brescia e presidente del Gioseg, il gruppo di studio italiano che si dedica allo studio delle cause endocrinologiche dell’osteoporosi, «si tratta di una condizione ancora sottovalutata in entrambi i sessi e poco trattata. Eppure rappresenta una emergenza di salute pubblica, nel momento in cui si ha a che fare con una popolazione sempre più anziana che dopo la prima frattura si avvia verso la non autosufficienza».  

Scoprire la malattia quando un osso ha già fatto «crac» vuol dire «aver perso il treno della prevenzione». Il rischio di una seconda frattura è maggiore nel periodo immediatamente successivo alla prima e sebbene decresca nel tempo, rimane comunque due volte superiore rispetto alla popolazione generale. Fondamentale, per eseguire una diagnosi precoce di osteoporosi, è l’esame noto come mineralometria ossea computerizzata (Moc). Coi raggi X si determina la quantità e la densità minerale nei distretti a maggior rischio di frattura: le vertebre lombari e la parte prossimale del femore. Anche per l’osteoporosi vige il messaggio: prima la si scopre, meglio (con essa) si convive. 
Twitter @fabioditodaro  

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