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Ricostruita in 3D la camera magmatica del vulcano Stromboli, che si trova tra 2 e 4 km di profondità. I ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv)-Osservatori Etneo e Vesuviano, Centro Nazionale Terremoti (CNT) sono riusciti a definire per la prima volta la sua geometria grazie alle immagini acquisite con la tomografia, una sorta di tac. Il risultato è pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters.
"Il progetto è nato dalla necessità di conoscere meglio la struttura interna del vulcano", spiega Domenico Patanè, ricercatore dell'Ingv-Oe. Per farlo sono state installate sull'isola 20 stazioni sismiche temporanee, oltre alle 13 della rete sismica permanente, integrate da 10 sismometri da fondo marino, che hanno permesso per la prima volta di esplorare la parte sottomarina del vulcano.
"Il sistema di monitoraggio e sorveglianza geochimico dello Stromboli negli ultimi anni è stato potenziato dall'Ingv, soprattutto dopo la crisi eruttiva del 2002-2003", prosegue Patanè. La ricerca ha integrato i dati acquisiti nel 2006 a bordo della nave oceanografica Urania del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), con le registrazioni di eventi sismici locali della rete permanente.
"Si è potuta definire per la prima volta la geometria della camera magmatica superficiale dello Stromboli, che si estende dall'isola fino al faraglione Strombolicchio. Quest'ultimo rappresenta il camino centrale dell'antico vulcano, emerso circa 200.000 anni fa a nord-est dell'isola attuale dello Stromboli e oggi quasi totalmente eroso dagli agenti esogeni", prosegue Patanè.
Le immagini tomografiche hanno mostrato due regioni anomale, a diversa profondità, dove è contenuto il magma che alimenta l'attività persistente dello Stromboli. Inoltre, grazie alle immagini tomografiche della crosta superficiale, si dispone ora di un modello fisico 3D della struttura di velocità del vulcano e si conosce la geometria della camera magmatica, che aiuteranno in futuro a fare migliori previsioni dei fenomeni vulcanici.
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