L’adorazione dei Magi – Andrea Mantegna
Quando pensiamo al 6 gennaio lo associamo all’Epifania, quindi alla Befana. Una vecchietta dotata di scopa magica entra nelle case dei bimbi buoni e cattivi donandogli rispettivamente dolci e carboni o aglio. Tuttavia non è solo il giorno dedicato all’Epifania bensì anche dei Magi che giungono alla grotta o capanna di Gesù Bambino.
Non abbiamo notizie certe sui Magi. Per esempio non sappiamo quanti ne siano, da dove provengano, quale sia il loro status sociale. Come siano arrivati a destinazione, in quanto tempo e quali siano realmente gli oggetti donati al Messia.
Ciò nonostante, ci occupiamo sui donativi e i simboli che ne rivestono. Anzitutto c’è un’ampia letteratura che fa riferimento a ciò.
Il primo dibattito tra gli intellettuali dell’antichità è sulla natura interpretativa dei doni. Il vangelo canonico in greco di Matteo, ci spiega che i donativi sono tre: oro, incenso e mirra. Siccome non abbiamo la traduzione originale del vangelo in aramaico, si pensa che ci sia stata un’erronea traduzione del termine “oro”. Probabilmente l’oro rimanda a una spezia, la curcuma, che presenta lo stesso colore dell’oro stesso. Se accettiamo l’idea che siano tre spezie, esse hanno delle ottime proprietà curative.
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