Il decreto anti-crisi è legge Sì in Aula tra le polemiche
Al Senato il via libera definitivo tra le proteste. Ora l’esecutivo approverà il decreto correttivo
ROMA - Il Senato ha votato la fiducia al governo e il decreto anti-crisi è legge. L'esecutivo ha incassato il sì del Pdl e della Lega, mentre al voto non hanno partecipato i due senatori del Movimento per l'Autonomia, Giovanni Pistorio e Vincenzo Oliva. Un primo ok «preliminare» del governo avrebbe dovuto esserci venerdì mattina, ma è stato rinviato tutto di un giorno, consentendo al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di ricevere insieme i due provvedimenti e promulgarli in maniera contestuale. Proprio al capo dello Stato si rivolge ora l'Italia dei Valori. Uno dei senatori Idv, Stefano Pedica, si è presentato in Aula con addosso, rigorosamente sotto la giacca, una maglietta con la scritta «Giorgio non firmare». È la stessa maglia che i parlamentari dell'Italia dei Valori hanno indossato in occasione della manifestazione al Quirinale per chiedere a Napolitano di non firmare il ddl sulle intercettazioni. Questa volta l'invito rivolto al capo dello Stato è a non firmare la promulgazione del decreto anticrisi. Secondo i dipietristi quello anticrisi è «un decreto brutto e sconclusionato». Sulla stessa linea il Partito Democratico. «L'iter del decreto anti-crisi si chiude oggi in maniera ridicola e rocambolesca. Dopo due voti di fiducia, uno alla Camera e uno al Senato, questo provvedimento verrà modificato dal governo» ha detto Anna Finocchiaro, accusando l'esecutivo di essersi comportato in modo «approssimativo e pasticcione» al punto che per rispondere ai rilievi arrivati dal capo dello Stato su questioni molto rilevanti (competenze del ministro dell'Ambiente, scudo fiscale, Corte dei Conti) «è costretto a fare marcia indietro». «Ma quello che è più grave in questo provvedimento - continua Finocchiaro - è l'assoluta assenza di una strategia complessiva che sappia rispondere ad una crisi che sta mordendo la nostra economia». Il governo «corregge se stesso ma espropria il Parlamento», secondo il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione.
DECRETO CORRETTIVO - Dopo l’ok del Senato al decreto anticrisi, con fiducia e senza modifiche rispetto alla Camera, l’esecutivo si riunirà alle 11 per approvare un nuovo dl con le correzioni su quattro temi: Corte dei Conti, ambiente, scudo fiscale e ponte sullo Stretto di Messina. Non ci sarà, invece, nessun intervento sulla tassa sull’oro, nonostante il parere negativo della Bce: un giudizio che però, essendo «ostativo», in base al decreto neutralizzerebbe l’operazione. Nel nuovo provvedimento il governo punta a ridurre al minimo i correttivi, per evitare che diventi un «vaso di Pandora», suscitando appetiti di vario tipo con il tentativo di infilare nuove ed eterogenee misure. Rischio che però viene solo rimandato a settembre, quando il testo arriverà in Parlamento. In ogni caso, se il decreto entrerà in vigore già dalla prossima settimana, il tempo per l’esame delle Camere sarà breve, perché limitato al solo mese di settembre.
Queste le quattro modifiche del decreto:
CORTE DEI CONTI: si interviene per ridefinire il cosiddetto ’lodo Bernardo’, che introduce norme che depotenziano la magistratura contabile nelle indagini sul danno erariale.
AMBIENTE: torna la possibilità per il ministero guidato da Stefania Prestigiacomo di avere un ruolo, "di concerto" con gli altri dicasteri interessati, nelle procedure per realizzare le grandi opere energetiche e infrastrutturali, comprese le centrali nucleari.
SCUDO FISCALE: arrivano chiarimenti e paletti all’operazione per il rientro dei capitali introdotta alla Camera. In particolare, lo scudo non garantirà alcuna tutela agli evasori che hanno procedimenti in corso e la protezione non sarà applicata ai reati gravi che riguardano il riciclaggio di denaro sporco e la criminalità organizzata.
PONTE MESSINA: si modifica la norma sul ponte sullo Stretto di Messina. In particolare, dovrebbe essere cambiata la parte sulla procedura di nomina di un commissario, chiamato ad approvare gli atti necessari per consentire la ripresa delle attività e l’inizio dei lavori, con l’obiettivo di concludere l’opera entro il 2016.
Corriere della Sera
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