quinta-feira, 13 de agosto de 2009

«Recessione globale al punto di svolta»

Jean Claude Trichet (Inside)


Milano, Corriere della Sera - La recessione mondiale sta raggiungendo «il punto di svolta». Ci sono «crescenti segnali», come il fatto che il ritmo di contrazione dell'economia dell'eurozona sia «chiaramente diminuendo». Lo afferma la Banca Centrale europea, sottolineando però che «il livello di incertezza rimane elevato». Nel suo bollettino mensile di agosto, la Bce si attende comunque che nell'eurozona «l'attività economica rimanga debole nella restante parte dell'anno». Nel 2010, «a una fase di stabilizzazione seguirebbe una graduale ripresa con tassi di crescita trimestrali di segno positivo». Secondo gli analisti, il Pil dell'area euro si contrarrà quest'anno del 4,5%. Dovrebbe poi crescere dello 0,3% nel 2010 (con una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali) e dell'1,5% nel 2011.

Incerteza - Una previsione che tiene conto di «effetti avversi ritardati»che si concretizzeranno nei prossimi mesi, come «l'ulteriore deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro». Il consiglio direttivo della Bce avverte dell«elevata incertezza» e della «perdurante variabilità» dei prossimi mesi, ma sottolinea che i rischi sono «bilanciati». Effetti positivi superiori al previsto sulla crescita potrebbero venire «dalle vaste misure di stimolo macroeconomico messe in atto e dagli altri interventi sul piano delle politiche». Inoltre «il clima di fiducia potrebbe migliorare più rapidamente rispetto alle aspettative correnti». Rischi al ribasso invece potrebbero essere rappresentati da «interazioni negativa più intense o prolungate tra l'economia reale e le turbolenze finanzarie, nuovi rincari del petrolio e delle altre materie prime, maggiori spinte protezionistiche, condizioni del mercato del lavoro più favorevoli delle attese» e «una correzione disordinata degli squilibri internazionali».

Disoccupazione - Non mancano però dati preoccupanti. I bassi livelli di fiducia e gli effetti ritardati del calo dell'attività economica nell'Eurozona suggeriscono, in prospettiva, «ulteriori incrementi della disoccupazione» dopo il 9,4% della popolazione attiva toccato in giugno (+0,1% rispetto al mese precedente).

Inflazione - Il Consiglio direttivo della Bce si attende inoltre «che la fase attuale, caratterizzata da tassi di inflazione estremamente bassi o negativi, sia di breve durata e che la stabilità dei prezzi sia preservata nel medio periodo, continuando a sostenere il potere d'acquisto delle famiglie nell'area euro».

Franciae e Germania - Intanto arrivano segnali positivi da Francia e Germania. A sorpresa, infatti, entrambi i Paese fanno registrare un Pil positivo. L'economia transalpina nel secondo trimestre ha fatto segnare un rialzo dello 0,3%. Lo ha detto il ministro dell'Economia e delle Finanze, Christine Lagarde, alla radio Rtl. «Dopo quattro trimestri di crescita negativa - ha affermato - la Francia finalmente sta uscendo dal rosso». I dati hanno sorpreso l'ufficio nazionale di statistica che aveva previsto un calo dello 0,6% e la Banca di Francia che aveva stimato una contrazione dello 0,4%. Rivisto leggermente al ribasso il dato del primo trimestre al -1,2% contro il -1,3%. In ripresa anche l'economia tedesca: il prodotto interno lordo in Germania nel secondo trimestre di quest'anno ha messo a segno una crescita dello 0,3% rispetto al primo trimestre. Lo annuncia Destatis, l’ufficio statistico federale, precisando che la prima economia europea non registrava un tasso di crescita positivo dal primo trimestre del 2008. Gli analisti si attendevano per il trimestre chiuso a giugno una contrazione del Pil dello 0,2%.

PIL Eurolandia - In generale, però, il prodotto interno lordo di Eurolandia è sceso dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti ed ha ceduto il 4,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nei Ventisette il calo è stato rispettivamente dello 0,3% e del 4,8%. È quanto emerge dalle stime rapide di Eurostat, l'ufficio statistico delle comunità europee. Il calo del pil è in netto rallentamento rispetto al trimestre passato, quando rispetto ai tre mesi precedenti era stato registrato un crollo del 2,5% per la zona euro e del 2,4% per i Ventisette. Su base annua le variazioni erano del -4,9% e del -4,7%. Tra gli Stati membri i cui dati sono già disponibili, spicca il crollo del pil della Lituania, con -12,3% su base trimestrale e -22,6% su base mensile. La Gran Bretagna ha ceduto lo 0,8% su base trimestrale e il 5,6% su base annua. L'Italia ha segnato -0,5% su trimestre e -6% su anno.

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