Roma - Il Giornale di oggi titola in prima pagina Dove vuole arrivare il "compagno" Fini, con un editoriale del direttore Vittorio Feltri dedicato al presidente della Camera che "rinnega il passato e fa retromarcia su ogni cosa: immigrazione, biotestamento e persino sui gay" con l’obiettivo di "correre per la presidenza della Repubblica" facendo però il gioco dell’opposizione. Nel Pdl si apre il dibattito, ma in serata il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi chiarisce: "Come si può ben immaginare non ero a conoscenza dell’articolo del dottor Feltri sul presidente Fini apparso oggi sul Giornale, articolo di cui non posso condividere i contenuti. Confermo invece al presidente Fini la mia stima e la mia vicinanza".
L'editoriale di Feltri Il direttore del Giornale rimprovera a Fini di averlo accusato di prendersela con Boffo per la sua omosessualità ricordandogli che fu lui in passato a dire che "un maestro elementare non può essere gay" frase della quale "dovresti vergognarti". La spiegazione di Feltri ai cambiamenti di linea del presidente della Camera è che "ti sta a cuore la simpatia della sinistra che non sai più come garantirti, il motivo si può intuire, se sbaglio correggimi: tu miri al Quirinale perché hai verificato che la successione a Berlusconi avverrà con una gara cui è iscritta una folla". Ma "per arrivare al Colle servono molti voti, non ne hai abbastanza nel Pdl, è necessario raccattarne a sinistra, alla quale fai l’occhiolino nell’illusione di sedurla". Il direttore con un avvertimento: "La sinistra ti usa perchè le fai comodo, sei il suo tassì. Al momento di eleggere il Presidente della Repubblica ai progressisti sarà passata la cotta e da loro non beccherai un voto".
Berlusconi: "Stimo Fini" Immediata la reazione del premier che fa sapere di non essere "a conoscenza dell’articolo, articolo di cui non posso condividere i contenuti". "Confermo invece al Presidente Fini la mia stima e la mia vicinanza". "Quando scrivo un articolo non mi aspetto gli applausi del presidente del Consiglio, scrivo un articolo perchè penso che sia giusto farlo - ha poi replicato Feltri - è la mia opinione, che non riflette quella di nessun altro e che è normale non sia condivisa da qualcuno. E se tra questi qualcuno c’è il presidente del Consiglio, pazienza". "Non faccio un quotidiano di partito - ha rivendicato il direttore de Il Giornale - e non intendo fare il reggicoda di nessuno. Alemanno ha detto che ho invitato Fini a rientrare nel centrodestra e che piuttosto dovrei farlo io: ma io non sono mai stato nel centrodestra, faccio un altro mestiere. Il mio compito è stimolare anche dibattiti, non è contribuire a far chiarezza nel Pdl o a portarvi la concordia". "Ogni persona - ha, quindi, ricordato Feltri - ha una sua soggettività. Se l’editore dovesse giudicare che non sono adatto a dirigere il Giornale, trarrà le sue conseguenze. Ma credo che quando mi hanno assunto qui sapevano che non sono Scalfari, Mieli, de Bortoli, ma sono uno che si chiama Feltri e che non fa questo mestiere da due giorni: nell’ambiente è abbastanza risaputo come lavoro". Quanto all’editoriale sul presidente della Camera, "se Fini non ci avesse accusati di killeraggio non so mica se mi sarebbe venuto in mente di scrivere questo articolo: il mio compito - ha, infine, concluso Feltri - è anche difendere
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