ROMA - L'esame delle pratiche a tutela dei magistrati - di cui alcune aperte in seguito ad accuse rivolte dal premier Berlusconi alle toghe - «avvenga con serenità ed equilibrio». È l'auspicio espresso dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano in una lettera firmata da Loris D'Ambrosio, segretario generale della Presidenza della Repubblica e letta dal vicepresidente dell'organo di autogoverno della magistratura Nicola Mancino in apertura dell'assemblea plenaria del Csm.
PROCURE MILANO E PALERMO - L'esame delle pratiche, riviste e deliberate dalla Prima Commissione alla luce del nuovo regolamento varato a Palazzo dei Marescialli nello scorso luglio, è stato da tempo fissato all'ordine del giorno. Ma i consiglieri laici di centrosinistra al Csm ritengono «opportuno chiedere al Comitato competente l'apertura di una pratica» anche «sa tutela dell’indipendenza e del prestigio dei magistrati e della funzione giudiziaria» dopo gli attacchi dell’altro giorno, quando a Milano Berlusconi ha parlato di «follia» e di «inutili sprechi» finanziari perpetrati dalle procure di Milano e Napoli. La richiesta è stata firmata da Vincenzo Siniscalchi, Celestina Tinelli, Letizia Vacca e Mauro Volpi.
LE PRATICHE - Tra le pratiche già all'ordine del giorno spicca il documento che tutela i magistrati milanesi, tra cui Nicoletta Gandus, presidente del collegio di fronte al quale è stato processato in primo grado l'avvocato inglese David Mills, coimputato del premier (la cui posizione è stata stralciata per effetto del lodo Alfano) per corruzione in atti giudiziari. Nella delibera proposta al plenum dalla Prima Commissione, si ricordano le espressioni usate dal presidente del Consiglio («magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica») contro le toghe milanesi nella lettera indirizzata al presidente del Senato Renato Schifani il 18 giugno 2008, relativa al decreto sicurezza: «Gli atti dei magistrati - si legge nel documento che sarà esaminato - possono essere certamente discussi e criticati, le soluzioni giuridiche adottate possono essere contestate, le ipotesi accusatorie possono risultare infondate e chi è imputato in un processo, chiunque sia, ha il diritto di difendersi nella maniera più ampia a norma di legge; tutt'altro, invece, è adoperare espressioni denigratorie verso il singolo magistrato o l'attività giudiziaria». Altre dichiarazioni del premier sono al centro di due pratiche inerenti gli uffici giudiziari di Napoli: la prima si riferisce alle parole di Berlusconi («l'armata rossa delle toghe si rimette in movimento») pronunciate nel dicembre 2007 in merito al procedimento aperto nei suoi confronti per corruzione e istigazione alla corruzione nel caso Saccà; l'altra, invece, riguarda un episodio più recente (26 marzo 2009), ossia l'inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra, quando il premier criticò le toghe titolari del fascicolo su presunte irregolarità nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania. Dichiarazioni, quelle di Berlusconi, che, secondo la Prima Commissione, «hanno determinato disagio, imbarazzo e preoccupazione per la possibilità di un sereno procedere di indagini e processi».
Corriere della Sera
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