Il presidente Lula (Ap)
BRASILIA, Corriere della Sera - Sulla vicenda Battisti restano molte nuvole all'orizzonte. Secondo una fonte, che desidera restare anonima, citata dalla Reuters, il presidente Lula starebbe pensando di non firmare il provvedimento di estradizione dell'ex terrorista italiano. Due giorni dopo il sofferto via libera all'estradizione di Cesare Battisti da parte del Tribunal Supremo Federal, il presidente deve decidere se confermare o respingere la sentenza dell'Alta Corte.
TEMPI LUNGHI - Comunque, al di là di possibili colpi di scena che evidentemente non sono esclusi, l'eventuale riconsegna a Roma avrebbe comunque, assicurano più fonti, tempi lunghi. Sulla scia dell'udienza dell'Stf, a Brasilia è stata la giornata dei "rumors", interpretazioni e analisi. La domanda chiave è cosa farà ora Lula. C'è chi sostiene che il presidente si pronuncerà solo nel 2010, in attesa della pubblicazione del decreto da parte dell'Stf, che sui casi complessi - come capitato di recente su una riserva indigena in Amazzonia - può anche lasciar passare dei mesi tra il momento di una decisione e quello della pubblicazione del relativo decreto. «Ci aspetta un lungo dibattito», ha d'altro lato assicurato il ministro della giustizia, Tarso Genro, che a gennaio ha concesso l'asilo a Battisti, precisando che quella su Battisti sarà una decisione «solitaria» del capo dello Stato. Incontrando la stampa, e come già fatto ripetete volte, Genro è oggi tornato all'attacco, affermando che sul caso dell'ex terrorista rosso «alcuni ministri» italiani evidenziano «una netta intenzione persecutoria» e uno spirito di «vendetta».
LE IPOTESI - Secondo alcune fonti, Lula potrebbe cancellare lo status di rifugiato politico a Battisti, senza però riconsegnarlo in Italia, lasciando pertanto che l'ex terrorista continui a risiedere in Brasile, ma «per ragioni umanitarie». Esperti citati dal Folha de S.Paulo hanno d'altra parte fatto notare che il trattato d'estradizione firmato da Italia e Brasile nel 1989 permetterebbe a Lula di bloccare la riconsegna a Roma di Battisti: ma solo - si precisa - se il presidente sostiene allo stesso tempo che l'ex terrorista debba affrontare in Italia «atti persecutori e di discriminazione per ragioni di opinione politica».
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