quarta-feira, 9 de dezembro de 2009

Estudo revela um dos segredos dos violinos Stradivari


Foto: A. Giordan-Cité de la Musique
Os mais famosos violinos, produzidos pelo italiano Stradivari, tiveram revelado um dos seus segredos revelados.

La grande bellezza dei violini Stradivari si deve alle sostanze a disposizione nei primi anni del XVIII secolo, largamente utilizzate dagli artisti dell'epoca: questo quanto afferma una ricerca pubblicata nella rivista Angewandte Chemie International Edition. I risultati smentiscono quindi le teorie - diffuse ormai da tempo - secondo le quali il mastro liutaio, per le sue vernici, avrebbe fatto ricorso a ingredienti rari o segreti. "Era semplicemente un grande maestro nel suo campo", ha commentato il primo autore dello studio, Jean-Philippe Echard del Musée de la Musique a Parigi (Francia).

L'Unione europea ha sostenuto lo studio nell'ambito del progetto IA-SFS ("Integrating activity on synchrotron and free electron laser science"), finanziato in riferimento alla linea di bilancio dedicata alle "Infrastrutture di ricerca" del Sesto programma quadro (6° PQ).

Antonio Stradivari (1644-1737) è stato uno dei liutai più famosi di tutti i tempi. Dal 1665 fino alla sua morte ha creato violini e altri strumenti a corda di eccezionale qualità. La straordinarietà della corposità del suono prodotto dagli strumenti continua ad incantare il pubblico di tutto il mondo.

Tuttavia, la corposità del suono non è l'unica peculiarità che ha forgiato l'unicità di questi strumenti che sono, infatti, anche di rara bellezza. Per secoli gli esperti si sono interrogati su quale tipo di vernice avesse utilizzato Stradivari; sono stati in molti a ipotizzare che la perfezione delle finiture fosse imputabile all'impiego di ingredienti rari, se non addirittura segreti.

In questo ultimo studio, effettuato da un team composto da scienziati e liutai francesi e tedeschi, sono stati studiati cinque strumenti (di cui quattro violini e una viola d'amore, così denominata per il cupido bendato intagliato sulla stessa) creati dal maestro. Gli strumenti, ospitati presso il Musée de la Musique, sono stati prodotti in un periodo di 30 anni.

Il team ha prelevato minuscoli campioni di legno e vernice da alcune aree degli strumenti attentamente selezionate. I campioni sono poi stati sottoposti a numerosi test che hanno fornito ai ricercatori informazioni senza precedenti relative alla composizione dei diversi strati della vernice utilizzata.
Le analisi hanno rivelato che Stradivari utilizzava due strati di vernice: un semplice olio siccativo in grado di penetrare fino a un decimo di millimetro nel legno dello strumento - che veniva probabilmente utilizzato come sigillante - e un secondo strato costituito da olio, resina di pino e pigmenti.

"Sebbene i cinque strumenti siano stati prodotti nell'arco di tre decenni, le vernici utilizzate sono molto simili tra loro", ha spiegato il dottor Echard. "Stradivari applicava prima una mano di olio per sigillare il legno, simile a quello utilizzato dai pittori della stessa epoca, a cui non aggiungeva né stucchi né pigmenti. Non abbiamo rilevato uno strato ricco di minerali, come era stato suggerito da alcuni lavori precedenti. Il grande mastro liutaio applicava poi uno strato di olio e resina leggermente colorato".

Lo strumento più antico - un violino del 1692 chiamato "Long Pattern" - sembra non presentare, nello strato più superficiale, alcun pigmento. Mentre la vernice di un violino del 1724 - il "Sarasate" - contiene vermiglio. La ricerca ha inoltre consentito di identificare altri due tipi di pigmenti rossi nelle finiture di Stradivari: il primo è stato probabilmente ottenuto dalla tintura della cocciniglia del carminio (insetto utilizzato come colorante), mentre il secondo è stato prodotto a partire dall'ossido di ferro. I ricercatori ritengono che proprio l'utilizzo di diversi pigmenti consentisse a Stradivari di creare una vasta gamma di colori per i propri strumenti. I pigmenti a cui ricorreva erano largamente utilizzati dagli artisti suoi contemporanei.

"Abbiamo scoperto che Stradivari impiegava ingredienti comuni e semplici da reperire, a cui attingevano ampiamente anche gli artigiani e gli artisti del XVIII secolo", conclude il team. "Queste conclusioni sono di importanza fondamentale perché restituiscono dignità storica ad Antonio Stradivari: forse non era in possesso di ingredienti insoliti o "segreti", ma era un artigiano di straordinaria abilità, che conosceva perfettamente i trucchi del mestiere di liutaio, in particolare quelli della finitura del legno. (Cordis-Wiley (Angewandte Chemie International Edition); Cité de la Musique; Staatliche Akademie der Bildenden Künste

Per maggiori informazioni, visitare:
Angewandte Chemie International Edition:

Cité de la Musique:

Staatliche Akademie der Bildenden Künste:


Studio rivela il segreto delle vernici Stradivari
La grande bellezza dei violini Stradivari si deve alle sostanze a disposizione nei primi anni del XVIII secolo, largamente utilizzate dagli artisti dell'epoca: questo quanto afferma una ricerca pubblicata nella rivista Angewandte Chemie International Edition. I risultati smentiscono quindi le teorie - diffuse ormai da tempo - secondo le quali il mastro liutaio, per le sue vernici, avrebbe fatto ricorso a ingredienti rari o segreti. "Era semplicemente un grande maestro nel suo campo", ha commentato il primo autore dello studio, Jean-Philippe Echard del Musée de la Musique a Parigi (Francia).

L'Unione europea ha sostenuto lo studio nell'ambito del progetto IA-SFS ("Integrating activity on synchrotron and free electron laser science"), finanziato in riferimento alla linea di bilancio dedicata alle "Infrastrutture di ricerca" del Sesto programma quadro (6° PQ).

Antonio Stradivari (1644-1737) è stato uno dei liutai più famosi di tutti i tempi. Dal 1665 fino alla sua morte ha creato violini e altri strumenti a corda di eccezionale qualità. La straordinarietà della corposità del suono prodotto dagli strumenti continua ad incantare il pubblico di tutto il mondo.

Tuttavia, la corposità del suono non è l'unica peculiarità che ha forgiato l'unicità di questi strumenti che sono, infatti, anche di rara bellezza. Per secoli gli esperti si sono interrogati su quale tipo di vernice avesse utilizzato Stradivari; sono stati in molti a ipotizzare che la perfezione delle finiture fosse imputabile all'impiego di ingredienti rari, se non addirittura segreti.

In questo ultimo studio, effettuato da un team composto da scienziati e liutai francesi e tedeschi, sono stati studiati cinque strumenti (di cui quattro violini e una viola d'amore, così denominata per il cupido bendato intagliato sulla stessa) creati dal maestro. Gli strumenti, ospitati presso il Musée de la Musique, sono stati prodotti in un periodo di 30 anni.

Il team ha prelevato minuscoli campioni di legno e vernice da alcune aree degli strumenti attentamente selezionate. I campioni sono poi stati sottoposti a numerosi test che hanno fornito ai ricercatori informazioni senza precedenti relative alla composizione dei diversi strati della vernice utilizzata.

Le analisi hanno rivelato che Stradivari utilizzava due strati di vernice: un semplice olio siccativo in grado di penetrare fino a un decimo di millimetro nel legno dello strumento - che veniva probabilmente utilizzato come sigillante - e un secondo strato costituito da olio, resina di pino e pigmenti.

"Sebbene i cinque strumenti siano stati prodotti nell'arco di tre decenni, le vernici utilizzate sono molto simili tra loro", ha spiegato il dottor Echard. "Stradivari applicava prima una mano di olio per sigillare il legno, simile a quello utilizzato dai pittori della stessa epoca, a cui non aggiungeva né stucchi né pigmenti. Non abbiamo rilevato uno strato ricco di minerali, come era stato suggerito da alcuni lavori precedenti. Il grande mastro liutaio applicava poi uno strato di olio e resina leggermente colorato".

Lo strumento più antico - un violino del 1692 chiamato "Long Pattern" - sembra non presentare, nello strato più superficiale, alcun pigmento. Mentre la vernice di un violino del 1724 - il "Sarasate" - contiene vermiglio. La ricerca ha inoltre consentito di identificare altri due tipi di pigmenti rossi nelle finiture di Stradivari: il primo è stato probabilmente ottenuto dalla tintura della cocciniglia del carminio (insetto utilizzato come colorante), mentre il secondo è stato prodotto a partire dall'ossido di ferro. I ricercatori ritengono che proprio l'utilizzo di diversi pigmenti consentisse a Stradivari di creare una vasta gamma di colori per i propri strumenti. I pigmenti a cui ricorreva erano largamente utilizzati dagli artisti suoi contemporanei.

"Abbiamo scoperto che Stradivari impiegava ingredienti comuni e semplici da reperire, a cui attingevano ampiamente anche gli artigiani e gli artisti del XVIII secolo", conclude il team. "Queste conclusioni sono di importanza fondamentale perché restituiscono dignità storica ad Antonio Stradivari: forse non era in possesso di ingredienti insoliti o "segreti", ma era un artigiano di straordinaria abilità, che conosceva perfettamente i trucchi del mestiere di liutaio, in particolare quelli della finitura del legno. (Cordis-Wiley (Angewandte Chemie International Edition); Cité de la Musique; Staatliche Akademie der Bildenden Künste)
Per maggiori informazioni, visitare:
Angewandte Chemie International Edition:

Cité de la Musique:

Staatliche Akademie der Bildenden Künste:

Redação revista eletrônica Oriundi

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