segunda-feira, 25 de abril de 2011

Napolitano apre il 25 Aprile delle tensioni

MILANO - Sarà il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad aprire ufficialmente le celebrazioni per il 25 Aprile con la posa, alle 10,30, della corona d'alloro davanti al sacello del milite ignoto, sull'Altare della Patria. Ma il corteo celebrativo principale si svolgerà nel pomeriggio a Milano: partirà da porta Venezia e si snoderà fino a piazza Duomo. Vi prenderanno parte il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, e il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Ci saranno anche il candidato sindaco del centrosinistra Giuliano Pisapia e quello del terzo polo Manfredi Palmieri; non sfilerà invece il sindaco Letizia Moratti, che parteciperà solo al momento conclusivo in piazza. In ogni caso sul palco i politici non prenderanno la parola.

TENSIONI E E POLEMICHE - Le celebrazioni della Liberazione dall'occupazione nazifascista arrivano quest'anno in un tema particolarmente teso. Nei giorni scorsi atti vandalici e provocazioni hanno avvelenato la vigilia e da alcuni esponenti del centrodestra sono arrivate prese di posizione contro una celebrazione considerata non rapresentativa di tutti gli italiani. E' toccato al ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, richiamare tutti all'ordine invitando anche gli esponenti del centrodestra a riconoscere il valore della ricorrenza.
FINI AD HERAT - Intanto oggi il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è recato ad Herat per una visita ai militari italiani impegnati in Afghanistan. Fini, che indossava il giubbetto mimetico dell'esercito, è stato accompagnato dal deputato di Fli Gianfranco Paglia, ex parà della Folgore impegnato nella missione in Somalia e ha incontrato i membri del locale Provincial reconstruction team (Prt) e i soldati del contingente italiano nella base di Camp Arena. «Oggi è la festa della Liberazione - ha detto parlando ai militari -. Credo che ognuno di voi sia la dimostrazione di come la lotta per la libertà non conosce confini geografici e di come in nome della libertà occorre continuare il massimo dell'impegno»

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