MILANO – L’incenso è a rischio di sopravvivenza. L’allarme viene da Christian Science Monitor, che segnala l’imminente e probabile morte di una particolare qualità di questa resina profumata, ricordata come uno degli omaggi offerti dai tre Re Magi (da Baldassarre per l’esattezza) a Gesù per celebrare la sua nascita, e da sempre adoperata nei riti cristiani e di svariate altre religioni (si narra addirittura che l'imperatore romano Nerone abbia bruciato in occasione del funerale della moglie Poppea un quantitativo di franchincenso pari al fabbisogno di un anno della città di Roma).
LO STUDIO - Presto questa sostanza potrebbe non esistere più. A sostenerlo è uno studio etiope-olandese firmato dalla Società britannica di ecologia che ha osservato la diffusione di una specie (Boswellia papyrifera, una delle piante da cui si ricava il "vero incenso", di cui la principale è B. sacra) nel Corno d'Africa e nella Penisola arabica, giungendo alla conclusione che entro i prossimi quindici anni si ridurrà del 50 per cento. In particolare monitorando la crescita, la sopravvivenza e la produzione di semi di circa 6 mila piante appartenenti a dodici popolazioni di B. papyrifera dell’Etiopia nord-occidentale per un periodo di due anni, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che si tratta di una fine annunciata e prevedibile. Nei prossimi 50 anni il 90 per cento di questi maestosi alberi dell’incenso spariranno, minacciati da incendi, bestiame da pascolo e dai longicorni, una specie di coleotteri che depone le proprie uova proprio sotto la corteccia della pianta. «Le nostre proiezioni mostrano chiaramente che la popolazione di B. papyrifera verrà decimata nei prossimi anni», ha dichiarato Frans Bongers dell'olandese Wageningen University, «e questo è chiaramente un messaggio allarmante per l’industria dell’incenso».
BOSWELLIA – Il genere Boswellia appartiene alla famiglia delle Burseraceae, originaria dell'Asia e dell'Africa. Basta un’incisione nemmeno troppo profonda sul tronco di queste piante per estrarre la resina nota come incenso, già conosciuta all’antica medicina ayurvedica. La resina contiene antinfiammatori naturali e, insieme alla mirra, costituisce il cosiddetto Balsamo di Gerusalemme, che per la sua attività antinflogistica è entrato a far parte di molte recenti farmacopee. In tutti i casi giova ricordare che la condanna alla quale sembra essere destinata la resina non dipende dall’estrazione dell’incenso dalla Boswellia, come conferma il fatto che la mortalità tra gli alberi adulti di questa specie è al 6-7 per cento, sia nel caso di piante sfruttate per l’estrazione d’incenso che nel caso di piante non utilizzate a questi fini.
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