(di Ida Bini)
L’Umbria celebra la storica giostra della Quintana: i rioni medievali
del centro, illuminati dalla luce delle torce e dalle insegne delle
taverne, si animano di attori, giocolieri e musicisti in abiti d’epoca;
di falconieri, cavalieri, dame e priori che sfilano per le strade della
città. E’ una manifestazione artistica, ricca d’atmosfera, nata per
recuperare le radici storiche e tradizionali umbre con giochi, tornei e
sfide a cavallo e per valorizzare la creatività e la sensibilità
culturale della regione con concerti, mostre e rappresentazioni
teatrali.
Gli appuntamenti sono tanti e tutti coinvolgenti sparsi per i dieci
rioni della città che partecipano alla Quintana (Ammanniti, Badia,
Cassero, Croce Bianca, Contrastanga, Giotti, La Mora, Morlupo, Pugilli e
Spada), ci sono eventi e tornei da non perdere come quello più
spettacolare a Campo de li Giochi, quando si svolge la giostra medievale
dell’anello tra squilli di trombe e cavalli mentre i cavalieri in
ricchi costumi tardo-medievali si sfidano infilando le loro lance negli
anelli sospesi al braccio delle Quintane poste lungo il percorso. O come
l’appuntamento di sabato sera, quando parte dal parco del Canapè e
attraversa il centro storico lo scenografico corteo di oltre mille
persone che, in rappresentanza dei diversi rioni, si muovono lentamente
al suono dei tamburi, indossando abiti storici scelti da una commissione
artistica di ricercatori.
Altri appuntamenti, invece, si protraggono fino al 23 settembre come
la manifestazione Segni Barocchi XXXIII, all’interno del programma di
Foligno Festival (www.comune.foligno.pg.it):
mostre, concerti, convegni, installazioni storico-artistiche, perlopiù
ospitati nella corte del quattrocentesco palazzo Trinci, sede della
pinacoteca e del museo civico di Foligno. Il weekend della Quintana è
soprattutto un pretesto per visitare il centro storico di Foligno, in
gran parte ricostruito dopo il terremoto del 1997: piazza della
Repubblica, il Duomo con la facciata duecentesca e il portale ornato da
rilievi e mosaici, i palazzi gotici e in particolare palazzo Orfini,
dove nel 1472 si stampò la prima copia della Divina Commedia e che oggi
ospita anche il museo della stampa con una preziosa collezione di lunari
e almanacchi.
Eppure l’aspetto più suggestivo della grande festa barocca di questi
giorni è l’apertura delle taverne e delle osterie dove si degustano
antiche ricette tradizionali umbre: cucine, botteghe, laboratori e
cantine, che un tempo erano scuderie o magazzini, sono state trasformate
in locande dove la sfida tra i rioni si gioca a suon di ricette e di
piatti locali. La Quintana, infatti, è diventata l’occasione per
riscoprire le tradizioni gastronomiche rinascimentali e per riproporle
fedelmente con i prodotti del territorio. Un po’ ovunque si mangia sui
tavoloni in legno a lume di candela a menu fisso (dai 20 euro) in un
viaggio gastronomico che merita per la bontà e le atmosfere uniche: nel
rione Spada, sotto gli archi del porticato, c’è la Taverna delle Conce,
specializzato in carne alla brace; nel rione della Mora ci sono Le
Cantine del Gelso e il ristorante Via del Forno, che occupa i locali di
un’antica panetteria con una lastra di cristallo sul pavimento per
ammirare le fondamenta e una cisterna dell’acqua d’epoca medievale.
Nel rione Giotti c’è la seicentesca Locanda del Prete di Rostoviglio,
con il pavimento originale di sanpietrini, mentre nei vicoli del rione
Ammanniti, a palazzo Candiotti, si mangia alla Locanda della Rosa e nel
rione Badia all’Hostaria del Centurione. Braciole di maiale, spiedini
pillottati (cioè conditi con un pezzo di lardo avvolto in un foglio di
carta paglia a cui si dà fuoco), strangozzi al tartufo, porchetta,
crescia, lenticchie, farro e cicerchie, salsicce e rocciata, il dolce
alla cannella più ripieno di uno strudel: andar per le taverne della
Quintana è davvero un’esperienza magnifica e un modo per vivere la festa
con i suoi protagonisti.
www.ansa.it
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