Matteo Salvini
La
Lega reagisce alzando il tiro alla valanga di critiche dopo gli insulti
di Calderoli al ministro Kyenge. Il vicesegretario Salvini attacca il
Colle: "Io mi indigno con chi si indigna. Napolitano, taci che è meglio"
scrive su Facebook il vice-segretario della Lega. "Napolitano si
indigna per una battuta di Calderoli - sostiene -. Ma Napolitano si
indignò quando la Fornero, col voto di Pd e Pdl, rovinò milioni di
pensionati e lavoratori?".
L'assessore veneto Stival ci mette la sua: 'vittima e' l'orango
commenta, poi si scusa e cancella tutto. Il ministro però ribadisce di
non volere le dimissioni di Calderoli e che 'non reagirà alla violenza
con la violenza'. Ma il Pd si schiera e chiede che l'esponente leghista
lasci il suo incarico istituzionale. "Le parole usate dal senatore
Calderoli nei confronti della ministra Kyenge - prosegue la nota del
partito democratico - sono un fatto gravissimo, che sta già provocando
emulazioni, dichiarazioni e atti senza precedenti. Sono una
manifestazione di irresponsabilità. Non si può lasciare che resti al
proprio posto di rappresentante delle istituzioni chi usa le parole come
clave per fomentare il razzismo e dileggiare una donna e un ministro".
Letta, non provino chiamare in causa Napolitano - "L'aver
chiamato in causa il presidente Napolitano, che voglio difendere, non ci
provino nemmeno... Non è possibile che la vicenda continui così, credo
che la vergogna sia già stata abbastanza". Così il premier Enrico Letta
dopo il post del vice segretario della Lega Matteo Salvini che ha
invitato Napolitano a "tacere" sulla vicenda. La vicenda degli insulti
al ministro Kyenge da parte di Calderoli è "un'altra pagina vergognosa"
che è sulla "stampa estera di tutta Europa", una vicenda che "fa male al
nostro Paese". "Faccio un appello a Maroni perché chiuda
rapidissimamente questa pagina, se no si entrerà in una logica di
scontro totale che non serve né a lui né al paese". Si tratta, ha
spiegato Letta, di "un appello a Maroni, presidente della Lombardia, la
più grande regione d'Italia con cui lavoriamo per l'Expo affinché chiuda
questa pagina rapidissimamente", un appello "sincero" ma con "toni
ultimativi". "Chiuda questa pagina, la vergogna è già abbastanza", ha
aggiunto
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