domingo, 15 de dezembro de 2013

Incontinenza dopo rimozione prostata, ne soffrono in 1500

Roma - È una vita complicata quella dei pazienti che dopo un intervento di rimozione della prostata, spesso per colpa di un tumore, soffrono di incontinenza urinaria: un problema di cui si preferisce non parlare, ma di cui ne soffrono ogni anno in Italia 1500 pazienti.

Tra le soluzioni, quella più innovativa si chiama 'male sling system advance'. E' un'operazione mininvasiva che, inserendo una specie di "rete di sospensione" al di sotto dell'uretra, sostiene le vie urinarie riportandole a funzionare in maniera corretta, come prima della prostatectomia. In tutto il mondo sono già stati trattati con successo oltre 60.000 pazienti, soprattutto in Germania e negli Stati Uniti; in Italia, dove ogni anno si eseguono circa 10.000 prostatectomie radicali che nel 15% dei casi provocano una successiva incontinenza, l'intervento è meno diffuso e sono pochissimi i centri con un'esperienza tale da garantire i migliori risultati possibili.

"Ho iniziato a utilizzare il sistema intorno al 2005, quando è stato anche brevettato e approvato dagli enti regolatori come la Food and Drug Administration statunitense - spiega Christian Gozzi, inventore del metodo e Responsabile del Centro per la cura dell'incontinenza Clinica Mater Dei di Roma - L'idea nasce dalla constatazione che la prostatectomia non rovina di per sé la continenza, ma comporta una situazione simile al prolasso nel sesso femminile. Il vantaggio maggiore è il ritorno a una vita del tutto normale, oltre a una probabilità minima di effetti collaterali come le infezioni o danni alle strutture locali".

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