(Di Eugenia Romanelli)
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Può il Carnevale di Sciacca battere quello di Venezia? La risposta la
daranno i viaggiatori che quest’anno decideranno di puntare la bussola a
sud, invece che a nord. L’esperimento vale la pena, visto che quello di
Sciacca, cittadina siciliana in provincia di Agrigento, ha davvero una
tradizione più che illustre (vedi articolo correlato). Ecco allora
qualche cenno per chi decidesse di celebrare qui questa festività:
intanto, come dimostrano le grandi fondamenta sicane e le iscrizioni
fenicie (Tucidide fa risalire al VII secolo a. C. il castello di Terme
Selinuntine), c’è da dire che l'antica città non sorgeva qui ma nella
valle formata dal Monte Nadore e dal Monte San Calogero, cioè a sei
chilometri dall'odierna Sciacca. Ci sono inoltre testimonianze di
scheletri umani e di massi intagliati come sedie o letti che
testimoniano l’esistenza di insediamenti fin dalla preistoria (si visiti
la Grotta Stufa, sulla vetta del Monte Cronio, oggi Monte san Calogero,
dove sono state ritrovate anche ceramiche del periodo fra l'età della
pietra e quella del bronzo). Di molto antico c’è poi un vulcano attivo:
sorge a 26 miglia marine dalla costa, quasi affiorante (sul cosidetto
banco di Graham), ed è storicamente noto per avere eruttato, nel 1831,
una piccola isola, Isola Ferdinandea, inabissatasi dopo tre mesi proprio
mentre i britannici e i Borboni se la stavano litigando. Una volta
arrivati a Sciacca, si può subito fare una passeggiata anche senza mappa
per la città visto che è piena di monumenti, chiese e palazzi di grande
interesse culturale, storico ed artistico. Il castello dei conti Luna,
ad esempio, del 1380, era un complesso enorme e anche se oggi rimane
poco da vedere la suggestione dei resti della cinta muraria, della torre
grande e di quella cilindrica, e del Palazzo del Conte è grande. Pure
del Castello Vecchio sono rimaste poche tracce, mentre molti palazzi
sono ben conservati: decisamente interessanti Palazzo S. Giacomo
Tagliavia del XV secolo (bellissime le facciate in stile impero sul
Corso Vittorio Emanuele e quelle in stile neogotico su Piazza S.
Fricia), Palazzo Arone di Valentino del XIX secolo, Palazzo Perollo del
XV secolo e Palazzo Steripinto del XVI secolo, bell’esempio d'arte
spagnola. Ma anche Palazzo Ventimiglia del XV secolo, il neoclassico
Palazzo Bertolino-Tommasi, Palazzo Inveges del XVII secolo, e Palazzo
Ragusa del XVIII secolo. E poi le numerose torri: Torre Campanaria del
1550, a due passi dalla Chiesa di San Michele, la Torre medievale e la
Torre del Pardo. In piazza Duomo c’è poi la Casa Museo Scaglione, con le
famose ceramiche, oltre naturalmente alla Chiesa di Maria SS. del
Soccorso fondata dalla figlia del conte Ruggero. Merita anche il bel
Palazzo Manno, residenza settecentesca della nobile casata, dal XX
secolo un albergo stupendo. Anche le chiese sono una più bella
dell’altra: da non perdere la Chiesa barocca di San Domenico e il suo
Convento, del 1176 e del 1742, e la cinquecentesca Cappella di San
Giorgio dei Genovesi, costruita dai mercanti di Genova per i loro
affari. Ma anche la Chiesa del Carmine, che incorpora la Chiesa del
Salvatore, la seicentesca Chiesa dello Spasimo di Corso Vittorio
Emanuele (nel Convento c’è il Cortile del Palazzo Fazzello, bellissimo) e
la Chiesa di San Michele (con crocifisso del Quattrocento, due
acquasantiere, una scultura ed un polittico del Cinquecento ed una
statua seicentesca in legno di San Michele). Nella stessa piazza c’è
anche la Chiesa di Santa Maria dell'Itria ed il suo monastero. In Piazza
Carmine si trova poi la Chiesa di Santa Margherita voluta da Eleonora
d'Aragona, sconsacrata e utilizzata per mostre, convegni e concerti
(l'ingresso principale è catalano, l’interno invece è barocco), mentre
nella Chiesa del Collegio, ristrutturata nel Seicento, si può ammirare
un affresco di Domenico Domenichino e una Madonna di Michele Blasco. La
più importante però è la Chiesa di Santa Maria delle Giummare, con le
sue torri merlate e, all'interno, la cinquecentesca Cappella della
Madonna delle Grazie. Appena fuori Sciacca invece c’è il cosiddetto
Castello Incantato: sono magnifiche teste scavate e scalpellate nella
roccia da Filippo Bentivegna, un artista contadino dell’Ottocento:
raffiguravano visi di persone note e non, ma lui metteva un nome a tutti
perché, nella sua fantasia, rappresentavano i sudditi del regno di cui
era il Signore (alcune sono al Museo dell'Art Brut di Losanna). Altra
tappa originale sono le Stufe naturali del Monte Cronio, un antiquarium
con le testimonianze neolitiche ritrovate nelle grotte di San Calogero, e
il Santuario di san Calogero, con una ricca decorazione barocca, la
Statua cinquecentesca di A. G. Gagini. Infine le famose ceramiche
D.O.P.: le note maioliche sono gettonatissime anche all’estero e vengono
considerate spesso opere d’arte. Piatti, vasi, anfore, statue,
piastrelle sono visibili in giro per la città nelle botteghe artigiane
del centro. Anzi si pensa che i forni antichi recentemente scoperti già
cocessero le ceramiche e si tende a datare la nascita di quest’arte
anche prima del Trecento (le numerose fornaci sono anche la
testimonianza che la ceramica di Sciocca dominava i mercati della
Sicilia occidentale e veniva anche esportata altrove). In particolare,
soprattutto nel XVI secolo, molti monumenti furono decorati con le
mattonelle di Sciacca.
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