Il Carnevale di Sciacca, in rivalità con quello di Acireale (ad oggi uno
dei più belli a livello nazionale e europeo) comincia il giovedì e
finisce il martedì grasso. Il giovedi vengono consegnate le chiavi della
città alla maschera locale Re del Carnevale Peppa Nappa il cui carro
verrà bruciato a chiusura del Carnevale. Gli altri carri sfilano dietro a
quello di Peppa Nappa, che parte da Piazza Friscia, sta in testa al
corteo e distribuisce vino e salsicce alla brace. L’Istituto d'arte di
Sciacca cura testi, musiche, balletti, modelli, raffigurazioni,
movimenti e coreografie e si è guadagnato una fama mondiale, e anche i
carri allegorici e i gruppi mascherati sono realizzazioni artistiche di
grande qualità. Tutto comincia la notte del venerdì: si cucinano le
salsicce e si montano in ordine di sfilata lungo il primo itinerario i
carri costruiti nei mesi precedenti dalla popolazione. Poi il sabato si
parte col primo itinerario mentre la domenica e il lunedì e il martedì
della settimana antecedente l'inizio della Quaresima si percorre il
secondo itinerario cittadino. La manifestazione è talmente suggestiva
che già nel 1889 veniva citato nella “Biblioteca delle tradizioni
popolari siciliane”. Le origini di questo Carnevale sono molto antiche,
addirittura romane: venivano infatti festeggiati i cosiddetti
“saturnali”. Poi, nel 1616, il viceré Ossuna stabilì che l'ultimo giorno
di festa tutti si dovevano vestire in maschera. E’ negli anni Venti del
Novecento però che comparve la prima festa popolare con gli addobbi, le
recitazioni in dialetto, e la banda finchè, nel dopoguerra, i carri
cominciarono ad avere dei nomi e ad essere protagonisti dell’attualità
del paese. Di lì a poco la folla in delirio faceva sorgere le prime
Compagnie di rivista, e comparvero i personaggi locali in chiave
satirica. Oggi i carri sono molto più grandi, sofisticati e capaci di
incredibili movimenti e sonorità, e la satira riguarda gli interessi
nazionali..
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