sexta-feira, 23 de maio de 2014

Cinema, 28 maggio: Amarcord


CINEMA

Ciclo: Tu vuò fa l'Americano…. Quando gli Oscar parlano italiano.
Dopo 15 anni un film italiano vince di nuovo un oscar ed un grande dibattito sulla qualità del cinema italiano contemporaneo e sull’opera di Sorrentino infiamma l’Italia.
Il nostro cineforum propone una selezione di alcuni dei grandi capolavori che hanno scritto il nome di artisti italiani nella notte degli Academy Awards.

“AMARCORD

Regia: Federico Fellini
Anno di produzione: 1973
Durata: 127 minuti
Tipologia: lungometraggio
Genere: drammatico

Amarcord è oggi una parola che nella lingua italiana che indica il ricordo nostalgico, il parlare in modo malinconico di momenti ormai lontani nel tempo. E che forse si potrebbe proporre come l’unica traduzione possibile per il termine portoghese saudade.

Originariamente, però, il termine viene dal dialetto romagnolo “a m’arcord” che vuol dire “io mi ricordo“. L’uso a livello nazionale della parola e il suo nuovo significato è arrivato con l’omonimo film di Federico Fellini nel 1973. Il film racconta la storia di un borgo di Rimini negli anni ’30 e dei suoi abitanti ed è, allo stesso tempo, anche la ricostruzione della Rimini ricordata da Fellini.

La vicenda, ambientata dall'inizio della primavera del 1932 all'inizio della primavera del 1933 (riferimento certo visto la corsa della VII edizione della Mille Miglia), in una Rimini onirica ricostruita a Cinecittà, come la ricordava Fellini in sogno, narra la vita nell'antico borgo (o e' borg, come a Rimini conoscono il quartiere di San Giuliano) e dei suoi più o meno particolari abitanti: le feste paesane, le adunate del “sabato fascista”, la scuola, i signori di città, i negozianti, il suonatore cieco, la donna procace ma un po' attempata alla ricerca di un marito, il venditore ambulante, il matto, l'avvocato, quella che va con tutti, la tabaccaia dalle forme giunoniche, i professori di liceo, i fascisti, gli antifascisti e il magico conte di Lovignano, ma soprattutto i giovani del paese, adolescenti presi da una prepotente “esplosione sessuale”.

Tra questi è messo in particolare risalto il personaggio di Titta Biondi (pseudonimo per Luigi "Titta" Benzi, amico d'infanzia di Fellini) e tutta la sua famiglia: il padre, la madre, il nonno, il fratello e gli zii, di cui uno matto, chiuso in un manicomio. Attraverso le vicende della sua adolescenza, il giovane Titta inizierà un percorso che lo porterà, piano piano, alla maturità.

E’ il film sintesi di Fellini, un grande capolavoro tra ricordo e sogno che ci restituisce la potenza creativa del cinema in tutto il suo essere come solamente il grande Federico sapeva fare. Le stupende musiche di Nino Rota accompagnano tutta la storia e ne sono parte integrante.
Un’opera filmica che danzando sul filo dei ricordi racconta la nostalgia per un’epoca come nessun altro film ha mai fatto. Una narrazione che diventa a tratti pura poesia e che invece di avere un protagonista ha una pluralità di personaggi che costruiscono coralmente la storia. Come un grande capolavoro del Rinascimento. Un affresco che invece di mostrare la coralità della volta celeste narra i ricordi felliniani sul ventennio fascista.

28 maggio 2014, alle ore 19.00

Sottotitoli: in italiano.
Presentazione: Maurizio Russo
Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Rua Frei Caneca, 1071 (próx. ao metrô Consolação) / Tel.: 3285.6933

Informazioni:

Secretaria de Cursos - Tel.: (11) 3285-6933
Rua Frei Caneca, 1071 – Cerqueira César – São Paulo
(próximo ao metrô Consolação)
www.icib.com.br / cursos@icib.org.br

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