quinta-feira, 15 de maio de 2014

"Rock Around The Clock" foto Da 60 anni tutto gira intorno



ONE, two, three o'clock, four o'clock. Il rock restò chiuso due anni in un cassetto. Five, six, seven o'clock, eight o'clock. Attese diversi giri d'orologio prima di esplodere. La radio non era abbastanza potente per diffonderla, fu necessario il grande schermo e un film per dare inizio alla rivoluzione, Blackboard Jungle, il seme della violenza. Che esplose nelle sale per contagiare il mondo. Nine, ten, eleven o'clock, twelve o'clock, rock. We're gonna rock around the clock tonight.

Rock Around the Clock fu scritta nel 1952 da Max C. Freedman. Un signore di 59 anni. Co-firmata da James E. Myers con lo pseudonimo di Jimmy De Knight. Incisa nell'aprile 1954 da Bill Haley & His Comets per la Decca, la casa discografica di Bing Crosby, Pat Boone e Fats Domino. La stessa che nel '62 rifiutò i Beatles. Il brano che dà il nome al rock uscì a maggio, sessanta anni fa. Prese il mondo ai fianchi, diventando primo in classifica contemporaneamente nel Regno e negli Stati Uniti. A singhiozzo, rotolando, tornò in varie posizioni nei cinque decenni successivi. 



Non è la prima canzone rock, non è neanche considerata la più importante. Non ha primati. A Rock Around The Clock resta il merito di aver aspettato quel giro d'orologio in più per raggiungere il momento giusto. È la canzone che ha spostato il rock fuori dal recinto di un genere elevandolo al rango di mainstream. È il brano a cui si collega la sua espansione virale, globale. È il manifesto della ribellione di quei bravi ragazzi anni Cinquanta che a colpi d'anca disarcionarono la generazione precedente con tutti i suoi tabù. Nuovi ragazzi, posseduti, dai capelli impomatati fuori posto, con le gonne sollevate da un ballo senza mattoni e senza più regole. Gente scomposta. 

Quando uscì, Rock Around the Clock stracciò la spossatezza di una guerra che aveva infestato il mondo intero, spezzandogli la schiena e togliendoli la gioventù. Finì nelle mani e tra i piedi di ragazzi che volevano essere liberi, più veloci delle lancette di quello stesso orologio che da allora cominciò a scorrere con un ritmo nuovo, un ticchettio veloce come il sangue, e di pietra, come il rock. 


Rock Around The Clock, la generazione ribelle - mais




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