sexta-feira, 16 de maio de 2014

Trovata la chiave della longevità

I ricercatori David Rand e Chen-Tseh Zhu al lavoro (fonte: Mike Cohea/Brown University)
La longevità non dipende da un singolo gruppo di geni nè da una particolare dieta, ma dalla combinazione di fattori molto diversi e dal modo in cui questi interagiscono tra di loro. L'elisir di lunga vita è dunque in realtà un cocktail fatto di numerosi ingredienti. E' quanto hanno verificato dei biologi della Brown University di Providence in uno studio, pubblicato sulla rivista Plos genetics, in cui sono stati condotti test sui moscerini della frutta, gli insetti più studiati dai genetisti. 

''Gli effetti di queste interazioni sono importanti come i singoli effetti, le diete o i geni presi da soli - spiega David Rand, coordinatore dello studio - Finora ci si è sempre concentrati a cercare il gene o la dieta della longevità''. Ma quando i ricercatori analizzavano uno o un paio di fattori in diversi organismi, facevano scoperte interessanti, ma spesso non replicabili in esperimenti simili, per il misterioso 'effetto background', per cui altri geni non erano stati considerati. 

Questo nuovo studio ha scelto di porre in primo piano l'effetto background per esaminare gli effetti delle diete sull'invecchiamento in vari abbinamenti genetici e nucleari. Si è così visto che molti degli effetti osservati prodotti dalle calorie, dalle restrizioni dietetiche o da diversi geni sulla durata della vita dipendono da un contesto più complesso di quanto pensato finora. Sono tanti geni, tante cellule e tanti ambienti diversi infatti che tutti insieme contribuiscono al processo di invecchiamento. In questo modo si possono tracciare quali geni mitocondriali limitano l'azione dei geni nucleari in risposta a una particolare dieta, e prevedere, sperano i medici, quali specifici farmaci potranno essere somministrati a individui con particolari combinazioni di geni, evitando pericolosi effetti collaterali.


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