Dall’alto dei suoi 100 e uno anni, sembra dirci, questo giovane vecchio saggio: apri gli occhi e ascolta. E immagina…Neanche più di tanto, perché l’Opera festival dell’Arena di Verona, dal 20 giugno al 7 settembre nella versione “Festival del Nuovo Secolo”, le cose della vita di tutti i giorni le anticipa, anche di due o tre secoli. Prendiamo Un ballo in maschera, l’opera in tre atti di Giuseppe Verdi, con la quale si inaugura, venerdì 20 giugno alle 21 (la prima replica è per venerdì 27), il festival “100 +1”: di che cosa si parla? Ma di amore e gelosia d’alto bordo: tra Riccardo, governatore del Massachusetts, la bella Amelia e suo marito Renato, segretario fedele (fino ad un certo punto) del governatore di Boston. Antonio Somma- il librettista di un Verdi del 1859, maturo quanto basta – avvocato nella vita e teatrante irredentista “per diletto”, ne avrà viste e sentite di coppie scoppiate in tragedia, il leit-motiv del melodramma, ambientato sì nella città più europea dell’America, ma spostato in avanti di quasi un secolo e mezzo.
Si va dal Seicento verdiano al tardo Settecento di Pier Luigi Pizzi, l’uomo dai mille volti creativi. E’ lui che ha curato regia, scene e costumi di questa nuovissima produzione, targata Arena, del Ballo in maschera. La direzione d’orchestra è affidata al veronesissimo Andrea Battistoni. Se il ballo è in maschera, il gran finale dell’opera - durante la quale ci sembrerà, per pathos, forme e colori, di essere stati catapultati in un film di Hitchcock –più di due parole vanno spese per le coreografie di Renato Zanella e le luci esistenziali, che riflettono una ambientazione austera e malinconica, del lighting design di Vincenzo Raponi. Il triangolo amoroso è interpretato in scena da Francesco Meli, il bel Riccardo; Amelia è Hui He, mentre nei panni di Renato, Luca Salsi. Orchestra, Coro, Corpo di ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona, insieme a mimi e comparse. Primi ballerini: Alessia Gelmetti ed Evghenij Kurtsev.
Il bello del più importante festival lirico all’aperto è quello di non mollare mai. In una sola nottata, questa incredibile diretta di note ed emozioni è in grado di trasportarci in men che non si dica in un’altra epoca. Basta riaprire gli occhi ed ascoltare. Sabato 21 è già tempo diCarmen di Georges Bizet, con regia e scene di Franco Zeffirelli (dal Genio fiorentino saranno curati anche gli allestimenti della Turandot - dal 5 luglio – e di Madama Butterfly, dal 15 agosto). E allora via i palazzi neoclassici e palladiani, con le bandiere inglesi che sventolano, per far posto agli accampamenti dei nomadi gitani e della bellissima sigaraia interpretata daEkaterina Semenchuk. E se lo scorso anno, il festival areniano festeggiava i suoi primi cento anni con l’opera del debutto, l’Aida, quest’anno, un secolo, tondo tondo, dalla sua prima rappresentazione in Arena, lo compie la Carmen. Sul podio, per l’occasione, un debutto: l’ungherese Henrik Nánási, il quale si alternerà con il Maestro di casa nel tempio della lirica all’aperto, il bulgaro Julian Kovatchev.
Perché si va a Verona d’estate? Per visitare l’Arena. Ottima risposta. Ma si potrebbe aggiungere per assistere a una rappresentazione che sta all’anfiteatro scaligero come la storia alle sue pietre. Si chiama Aida e già tutti le strizzano l’occhio. L’opera di Giuseppe Verdi è stata l’inizio di tutto, qui, in piazza Bra, il 10 agosto del 1913, con la celebre messa in scena di Ettore Fagiuoli. Da ripetere ogni anno (anche perché la scaramanzia vuol dire tanto nel mondo dello spettacolo) grazie al filologo dell’Arena, Gianfranco de Bosio (sul podio, dal 10 agosto ovviamente, debutto in Arena per il milanese Daniele Rustioni). L’anno scorso, il Terzo Millennio dell’astronave Arena era atterrato con l’Aida rivista dai catalani de La Fura dels Baus, un gradito ritorno dal 28 giugno e per dieci serate. Altro gradito ritorno il Roméo et Juliette di Charles Gounod nella messa in scena di Francesco Micheli (sul podio Carlo Montanaro, alla sua prima direzione in Arena), quarta stagione di fila, in scena per tre serate a partire dal 23 agosto. Più veronese di così non c’è nient’altro.
Ma si va nella città di Can Grande della Scala, anche per gli eventi che la stagione areniana sa regalare. Segniamoci tre grandi appuntamenti di questa stagione: Plácido Domingo canta Verdi e Roberto Bolle and Friends. Plácido e la sua notte, dalle 22 del 17 luglio, ovvero le più celebri arie, duetti e terzetti del repertorio verdiano, da La Traviata, Un ballo in maschera, I due Foscari, con Virginia Tola, Amarilli Nizza, Francesco Meli e Serena Gamberoni. Dirige Daniel Oren. Stessa ora, la notte del 22, per Roberto Bolle, Étoile della Scala di Milano e Principal Dancer dell’American Ballet di New York, insieme alle stelle mondiali della danza. A proposito di danza, il 13 e 15 agosto, dalle 21 spostandoci al Teatro Romano, la tragedia di Medea, con musiche di Mikis Theodorakis, sarà coreografata daRenato Zanella. Terzo evento delle 10 di sera - non prendete appuntamenti per il 9 agosto – con i Carmina Burana, di Carl Orff.
Info: Arena di Verona, call center 045.8005151. Date: Un ballo in maschera, 20, 27 giugno (ore 21); 11, 19, 24 e 31 luglio (ore 21.00); 8 agosto (ore 20.45). Carmen, 21, 26 giugno (ore 21); 4, 10, 18 e 25 luglio (ore 21); 1, 7, 14 e 29 agosto (ore 20.45); 3 settembre (ore 20.45). Prezzi: da 24 a 204 €.
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