UN MILIONE in piazza per il clima. Alla vigilia del summit Onu che martedì, alla presenza di 125 capi di Stato e di governo, aprirà il negoziato sulla difesa dell'atmosfera che si concluderà nel novembre 2015 a Parigi, è nata una mobilitazione spontanea che coinvolge tutti i continenti. Più di 3 mila manifestazioni sono state organizzate per domani in 150 Paesi: da Delhi alle campagne della Papua New Guinea, daNew York a Rio de Janeiro.
Tra gli organizzatori di questa mobilitazione inedita - a cui hanno aderito, oltre alle associazioni ambientaliste, sindacati e gruppi religiosi - c'è 350.org, il gruppo a cui appartengono climatologi del peso di James Hansen e che prende il nome dal suo obiettivo: riportare la concentrazione di CO2 in atmosfera a 350 parti per milione. All'inizio dell'era industriale erano 280. Oggi - a forza di bruciare combustibili fossili e tagliare foreste - siamo arrivati a 400, un livello che ci riporta indietro nel tempo fino al periodo in cui la tigre dai denti a sciabola si muoveva più a suo agio degli ominidi e i mari erano più alti di 25 metri.
E' difficile prevedere quante persone scenderanno in piazza. Secondo alcune stime saranno almeno un milione. In Tanzania, i Maasai marceranno per proteggere dalla desertificazione le terre nel Serengeti, al confine traVancouver e Seattle si formerà una catena umana per simboleggiare l'unione capace di sconfiggere un inquinamento che non ha confini. Tra gli aderenti alla più grande manifestazione per il clima mai organizzata ci sono: il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, Leonardo DiCaprio (nominato "messaggero di pace" Onu per il clima), Brad Pitt, Desmond Tutu e Lionel Messi. L'evento principale si svolgerà a New York, in Italia sono previste manifestazioni nelle principali città. A Roma l'appuntamento - promosso da Power Shift Italia, Italian Climate Network, Legambiente, KyotoClub in collaborazione con Avaaz Italia e con l'adesione di Wwf e Oxfam - è alle 15 di domani al Colosseo.
L'obiettivo della manifestazione è accelerare il passaggio all'efficienza energetica, alle fonti rinnovabili e al recupero deli materiali utilizzati. Secondo il rapporto appena pubblicato da Oxfam, dal 2009, anno del fallimento del vertice sul clima di Copenaghen, il costo dei disastri legati ai cambiamenti climatici è stato di quasi 500 miliardi di dollari: tre volte più del costo cumulativo degli anni Settanta. In questi 5 anni, più di 650 milioni di persone sono state colpite dai disastri legati al clima e 112 mila hanno perso la vita. Ogni anno è stato tra i dieci più costosi mai registrati.
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