Una cellula del muscolo cardiaco riprende a dividersi grazie ai microRna (fonte: laboratorio di Ed Morrisey, Perelman School of Medicine, University of Pennsylvania)
Sono sufficienti sette giorni per 'riparare' il cuore dopo un infarto: il risultato è stato ottenuto nei topi grazie ad una nuova terapia genica messa a punto dai ricercatori dell'Università della Pennsylvania. I risultati dell'esperimento sono pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine.
La nuova tecnica mira a rigenerare il tessuto colpito dall'infarto riducendo al minimo le cicatrici e garantendo una buona ripresa della funzionalità dell'organo. Per raggiungere questo obiettivo, vengono usate piccole molecole di Rna (chiamate microRna) che normalmente, durante lo sviluppo dell'organismo, danno la 'sveglia' alle cellule del cuore inducendole a moltiplicarsi. Il loro compito è quello di 'silenziare' la voce dei geni che frenano la divisione cellulare: per farlo, i microRna agiscono come un bavaglio che lega e poi manda al macero le molecole di Rna messaggero (mRna) contenenti la trascrizione dei geni necessaria per la produzione delle proteine.
Partendo da questa osservazione, i ricercatori hanno provato ad aumentare il numero dei microRna nei topi adulti, per 'risvegliare' le cellule del cuore e indurle a dividersi. In questo modo sono riusciti ad aumentare il numero di cellule del muscolo cardiaco riducendo la formazione di cicatrici dopo l'infarto. L'espressione dei microRna prolungata per diversi mesi, però, ha fatto perdere alle cellule una parte della loro capacità di contrarsi, riducendo così la funzionalità dell'organo.
Per superare questo ostacolo, è stata messa a punto una terapia di appena sette giorni, che prevede l'iniezione di microRna sintetici destinati a sparire subito dopo aver riavviato la rigenerazione del tessuto.
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