sábado, 2 de janeiro de 2016

A Roma cancellata la tradizione

Emanuele Ricucci

Ve lo ricordate com’era il natale? Senza assurde polemiche, nell’abitudine alla tradizione e al rispetto che superava ogni imbecille capriccio del mondo moderno. Quando era impensabile calpestarne l’essenza. Tra Presepi vietati, crocifissi tolti di mezzo e diritti per alcuni che annullano quelli di altri, anche a Roma il Natale è “demodé”. Nella Capitale aveva una casa: Piazza Navona. Una tradizione centenaria il suo Presepe, i suoi artigiani e le sue bancarelle, tra frotte di bimbi sulle spalle dei papà e colori, luce, caroselli, stretti intorno alla fontana dei Quattro fiumi del Bernini. Così da sempre, fino ad oggi. Tutto questo non c’è più. Il Comune ha decretato: al posto delle bancarelle arrivano gli stand, tra cui quello della Croce Rossa, di Greenpeace ed uno del Gay Center di Roma. Dalla tradizione all’intrattenimento nella corsa all’autoannullamento. “Una vera e propria opera di sostituzione” – commentano dall’Associazione Fiera di Piazza Navona – “Così muore tutto. 60 e più famiglie di commercianti sono rimaste a casa con la merce invenduta” e tutto questo per un cavillo burocratico, tra bandi di concorso problematici e i fattacci di Mafia Capitale.  È ‘na caciara, verrebbe da dire, in una Roma che è stata spompata, resa frigida, figlia di un’epoca disgraziata

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