sábado, 5 de março de 2011

Tutta Mantova in bici le 2 ruote si prendono la città

Mantova - Nell'era muscolare dei Suv, e mentre i cervelloni delle aziende automobilistiche non sanno più cosa inventarsi per tenerci inchiodati al volante, c'è una città che ha deciso di andare a pedali: non per moda snobistica né per necessità (anche se le stradine ciottolate del centro storico - in pratica tutta Mantova - non sono esattamente un paradiso per ciclisti). Semplicemente perché - per dirla alla vecchia - in bicicletta è meglio, consuma meno e fa bene a tutti. "Mantova come una piccola Amsterdam? Diciamo che di acqua intorno ne abbiamo parecchia anche noi - scherza ma neanche troppo l'assessore all'urbanistica Anna Maria De Togni - . Il paragone con Amsterdam fa piacere, adesso vediamo che cosa siamo capaci di fare qui. Abbiamo in mente una città che sia interamente ciclabile e che lo sia in modo sicuro". La prima cosa che pensi è: se non vanno in bici da queste parti, in una città pianeggiante che attraversi in meno di dieci minuti, se non qui, dove? In effetti i mantovani se c'è da pedalare non si tirano indietro: si stima che in città girino tra le 25 e le 30mila biciclette. Calcolando che gli abitanti sono 48mila, e togliendo una percentuale fisiologica di non utilizzatori (bambini e anziani), in pratica si sfiora una media di una bici per ogni abitante che si muove.

E la città vuole fare sul serio. In nome della qualità dell'aria e della lotta al traffico si sono sotterrate anche le rivalità politiche: a chi si è rivolto il sindaco pdl Nicola Sodano per elaborare un piano per riempire di piste ciclabili il centro e la periferia (progetto sul quale si tareranno sia il piano urbano del traffico sia il piano del governo del territorio)? A un consigliere di opposizione, Sergio Ciliegi, eletto nella lista civica Forum e delegato alla mobilità ciclistica. Il piano, costruito in collaborazione con la Fiab, Amici della bicicletta, è stato appena presentato e Ciliegi parla già di una svolta rivoluzionaria: "Quando il progetto sarà ultimato (prevede tre fasi) Mantova diventerà una città per biciclette. Il centro, le frazioni e i comuni dell'hinterland saranno connessi tra loro e diventeranno una gigantesca rete ciclabile. Sono sicuro che abbatteremo il problema traffico: oltretutto il 90 per cento è traffico "di penetrazione" (gente che abita fuori e entra in città per motivi di lavoro)".

La città gonzaghiana parte dal basso: oggi di pista ciclabile ce n'è solo una. Ma entro la metà del 2012 saranno una trentina. Tutte collegate tra loro. Una grande ragnatela dove finalmente i ciclisti mantovani non dovranno più fare i conti con sportellate e ciottoli traditori. Con raccordi semicircolari lungo i principali assi di scorrimento. Da piazza Sordello a Diga Masetti, da viale Oslavia a piazza Cavallotti per attraversare la città sarà più comodo lasciare l'auto in garage. E i mantovani si sentiranno un po' olandesi. "Il biciplan verrà portato a termine entro la metà dell'anno prossimo - promette l'assessore De Togni - poi di concerto con l'assessore alla mobilità (Espedito Rose) moduleremo la realizzazione di interventi edilizi in base a questa nuova organizzazione del trasporto cittadino".

Dovremo chiamarla Mantovamsterdam? Al netto del fatto che, per tradizione e per conformazione geografica, in pianura padana le città dove si va a pedali sono molte, e tenuto conto del fatto che Mantova non aveva mai sviluppato un vero piano di viabilità ciclistica, guardando al domani viene in mente il caso paradigmatico per eccellenza: lei, Amsterdam. Già 25 anni fa i suoi amministratori avevano pianificato lo sviluppo edilizio della città con qualcosa di più di un occhio di riguardo verso i ciclisti. Il risultato è che da tutto il mondo arrivano ad Amsterdam in bici. E chi non ci ha pensato prima, rimedia appena giunto sul posto. "Mantova è una città particolare - chiosa l'assessore De Togni - . Siamo circondati su tre lati dai laghi. E poi dalla ferrovia. Se riusciremo a far muovere in bici quasi tutti, avremo vinto la nostra scommessa".

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