Em sua conclusão, a S&P informa que "o rebaixamento reflete nossa visão de que a frágil coalizão que governa a Itália e as diferenças políticas dentro do Parlamento seguirão limitando a habilidade do governo para responder de forma decisiva aos desafios internos e ao entorno macroeconômico externo".
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Por isso, o governo de Silvio Berlusconi matizou em seu comunicado que "sempre obteve a confiança do Parlamento, demonstrando a solidez de sua maioria". Além disso, lembra na nota que a "Itália aprovou recentemente intervenções que preveem o equilíbrio orçamentário em 2013 e que o governo projeta medidas a favor do crescimento, cujos frutos serão vistos já a curto ou médio prazo".
As conclusões da S&P fizeram com que na manhã desta terça disparasse o prêmio de risco da Itália, medido pelo diferencial entre o bônus italiano a dez anos e o alemão de mesmo prazo, alcançando 399,3 pontos. Já a Bolsa de Valores de Milão abriu em baixa, com seu principal indicador, o FTSE MIB, perdendo 1,05%.
Sobre a Itália pesa também a próxima decisão da agência de classificação de riscos Moody's, que na última sexta-feira (16) decidiu esperar mais um mês para estudar um possível rebaixamento, depois que em 17 de junho pôs em revisão a avaliação do país europeu.
Standard and Poor's taglia rating dell'Italia
Roma - "Il governo ha sempre ottenuto la fiducia del Parlamento dimostrando così la solidità della propria maggioranza. Le valutazioni di Standard and Poor's sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche". E' quanto scritto in una nota di palazzo Chigi.
"Vale la pena di ricordare -prosegue la nota di palazzo Chigi- che l'Italia ha varato interventi che puntano al pareggio del bilancio nel 2013 e il Governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo".
S&P TAGLIA RATING ITALIA, GOVERNO FRAGILE - La scure di Standard and Poor's si abbatte sull'Italia. Mentre tutti gli occhi erano infatti puntati su Moody's - che giorni fa ha rinviato la sua decisione sul nostro paese - S&P ha deciso a sorpresa di tagliare il rating sulla capacità dello Stato di far fronte all'elevatissimo debito pubblico. Motivo: una crescita economica sempre più debole e una situazione di incertezza politica che ostacola la ripresa. Incertezza che - secondo gli analisti di S&P - rende molto difficile raggiungere gli obiettivi fissati nel programma di austerity. In particolare il rating di lungo termine viene abbassato da A+ ad A, ma con outlook negativo. Ciò significa che in futuro il rating potrà ulteriormente essere tagliato. Anche perché le previsioni per il debito sono decisamente peggiorate: il picco - spiegano gli analisti dell'agenzia - è atteso più in là nel tempo e raggiungerà un livello ancor più elevato del previsto. Nel rapporto di Standard and Poor's non si usano mezzi termini: "La fragilità della coalizione di governo in Italia - si legge - limita la capacità di risposta dello Stato" nell'affrontare una crisi economica e finanziaria che sta colpendo il nostro Paese come altri dell'Eurozona. E i vari tentativi che hanno caratterizzato la messa a punto da parte del governo Berlusconi della manovra 'lacrime e sangue' da 60 miliardi di euro lasciano intravedere come non sarà per nulla facile attuare in maniera efficace il programma di consolidamento di bilancio. Anche perché - evidenzia Standard and Poor's - le autorità italiane appaiono "riluttanti" nell'affrontare quelle che vengono considerate le "questioni chiave" della crisi economica italiana: dagli ostacoli strutturali che da sempre rallentano la crescita al basso tasso di partecipazione al lavoro, alla eccessiva rigidità sia del mercato del lavoro sia di quello dei servizi. Il dito viene puntato non solo sul governo e sulle lotte intestine alla coalizione di maggioranza, ma anche sulle divisioni all'interno del Parlamento "che - sottolinea S&P - continueranno a limitare la capacità del governo di rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne". Di qui l'outlook, con la possibilità di abbassare ulteriormente il rating dell'Italia nelle settimane a venire.
OGGI RIPRENDE TELECONFERENZA GOVERNO-TROIKA - La teleconferenza fra il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos e i rappresentanti della troika (Fmi, Ue e Bce) - iniziata alle 19.22 di ieri sera e durata fino alle prime ore di stamani - si è conclusa senza un accordo definitivo sulle misure da prendere per compensare le deviazioni del bilancio dovute alla recessione, ma soprattutto ai ritardi registrati nella realizzazione delle misure previste dal programma economico a medio termine deciso in comune accordo con i rappresentanti dei creditori della Grecia. Oggi, secondo un comunicato del ministero delle Finanze, i tecnici della troika che si trovano già nella capitale ellenica elaboreranno alcuni dati dopodiché la teleconferenza riprenderà alle 19.00 locali. "Durante la teleconferenza fra il Ministro delle Finanze e i rappresentanti della troika si è svolto un dibattito sostanziale e produttivo" si legge nel comunicato del Ministero. Le trattative fra le due parti - riferiscono i giornali - sono molto difficili perché ci sono differenti punti di vista fra le due parti circa alcune misure che riguardano il taglio della spesa pubblica. E in particolare su quella che riguarda la sospensione temporanea dal lavoro del personale in eccesso nelle imprese a partecipazione statale, per il quale la parte greca sostiene che la misura può avere come risultato la riduzione del numero degli impiegati dello Stato, mentre la troika chiede il licenziamento immediato dei dipendenti senza un posto di ruolo. Le decisioni finali, che comunque saranno nell'ambito del programma economico a medio termine votato dal Parlamento, saranno comunicate alla fine delle trattative con la troika. Fra le misure sul tavolo - secondo i giornali - vi sono i licenziamenti nel settore pubblico, la riduzione delle pensioni di tutti coloro che hanno meno di 60 anni e l'equiparazione del prezzo del gasolio per il riscaldamento con quello per i veicoli che dovrebbe quindi aumentare di circa 40 centesimi al litro.
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