segunda-feira, 22 de outubro de 2012

Alitalia, stop al piano dei 690 esuberi

Dopo incontro con i sindacati, l'azienda accetta percorsi alternativi su regole e contratto nazionale


Alitalia, stop al piano dei 690 esuberi
ROMA  - Alitalia "conferma la sospensione del progetto degli esuberi" che riguarda 690 lavoratori per recuperare 30 mln nel 2013. Lo hanno detto i sindacati dopo l'incontro con l'azienda che si è detta disponibile a un confronto su due tavoli, uno ai Trasporti sulle regole di sistema e l'altro sul contratto nazionale per tutto il trasporto aereo.

I segretari nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil-Trasporti e Ugl-Trasporti - al termine dell'incontro - hanno spiegato di aver illustrato all'azienda le proprie proposte per evitare il ricordo alla cassa integrazione di 690 lavoratori fra assistenti di volo e personale amministrativo e tecnico e che l'Alitalia ha sottolineato la necessità di un confronto a tutto tondo sul piano. In sostanza - hanno riferito i sindacati - l'Alitalia si è detta disponibile a verificare se nel piano industriale ci sono delle misure alternative agli esuberi attraverso le quali ottenere risparmi senza intaccare il lavoro. I sindacati hanno, in sostanza, indicato la strada del confronto che passa attraverso due tavoli: uno già avviato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il sottosegretario Guido Improta sulle regole che riguardano tutto il settore del trasporto aereo e un altro tavolo da aprire con le compagnie aeree sul contratto di lavoro che i sindacati chiedono sia di settore. I rappresentanti dei lavoratori hanno riferito che Alitalia ha accettato questo percorso e domani, dopo un incontro in Assaereo (l'associazione che raggruppa le compagnie aeree), in cui si parlerà proprio del contratto, indicherà la data per un prossimo incontro. Le quattro sigle sindacali hanno sottolineato la volontà di rilanciare tutto il settore del trasporto aereo, la necessità di regole omogenee per il settore altrimenti, a causa della crisi, si corre il rischio di trovarsi ogni sei-dieci mesi di fronte ad una situazione di emergenza.
 

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