Sentenza storica, il mondo della scienza insorge I pm avevano chiesto 4 anni. Boschi: 'Disperato'
L'AQUILA
- Il giudice del tribunale dell'Aquila ha condannato a sei anni di
reclusione i membri della Commissione Grandi rischi che parteciparono
alla riunione del 31 marzo 2009, pochi giorni prima del devastante
terremoto, sugli eventi sismici all'Aquila. L'accusa aveva chiesto la
condanna a quattro anni. Il giudice Marco Billi ha ritenuto i sette
membri della commissione tutti colpevoli di omicidio colposo plurimo e
lesioni colpose. A Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De
Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi sono
state concesse le attenuanti generiche. I sette sono stati condannati
anche all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Ammonta a 7,8 milioni di euro il risarcimento disposto nei
confronti dei sette condannati. A questa cifra vanno sommate le spese
giudiziarie delle parti civili che ammontano a oltre 100 mila euro.
LE REAZIONI DEI CONDANNATI - "Sono avvilito, disperato. Pensavo di essere assolto. Ancora non capisco di cosa sono accusato", commenta a caldo Enzo Boschi,
ex presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia
(Ingv). "Una sentenza sbalorditiva e incomprensibile, in diritto e
nella valutazione dei fatti", afferma l'avvocato Marcello Petrelli,
difensore del professor Franco Barberi. "Una sentenza che - ha aggiunto - non potrà che essere oggetto di profonda valutazione in appello". "Mi ritengo innocente di fronte a Dio e agli uomini". Così il professor Bernardo De Bernardinis,
ex vicecapo della Protezione civile e attuale presidente dell'Ispra.
"La mia vita da domani cambierà, ma se saranno dimostrate le mie
responsabilità in tutti i gradi di giudizio - ha aggiunto - le accetterò
fino in fondo". "La mia credo sia la testimonianza di dignità di un
funzionario pubblico" ha aggiunto De Bernardinis, ricordando che ha
partecipato a tutte le udienze del processo e che, dopo la condanna, è
stato salutato con una stretta di mano dal pm Fabio Picuti. "Non c'erano
le condizioni per fare scelte diverse, quelle erano le scelte che
potevo fare". "Io avrei voluto evitare non solo questi morti - ha poi
aggiunto - ma anche quelli del '94 in Piemonte e in Irpinia. Forse
questo Paese deve cercare di concentrarsi di piu' per capire quali sono i
veri problemi di vulnerabilità e fragilità". E a chi gli chiedeva se da
domani cambierà l'atteggiamento degli scienziati, De Bernardinis ha
risposto che "senz'altro cambia l'attitudine dell'assunzione delle
responsabilità. Io rispondo a procedure nazionali, come il pm risponde
al codice penale".
I pm: 'Volevamo verita', non colpevoli' - "Non ci sono
commenti da fare se non quelli del giudice che ha letto la sentenza:
tutto il filo conduttore del processo non era la ricerca di colpevoli,
ma quella di capire i fatti, perché noi con il compianto procuratore
capo, Alfredo Rossini, volevamo solo capire i fatti". Il pm Fabio
Picuti, visibilmente teso, commenta a caldo la sentenza che ha
condannato i sette membri della Grandi Rischi. "L'Aquila - ha spiegato -
ha consentito che si tenesse questo processo delicato e si arrivasse a
sentenza".
"Non mi aspettavo sei anni, pensavo che la condanna sarebbe stata
inferiore. Non provo nessun godimento, nessuna sentenza ci ripaga di
quanto accaduto". Lo ha detto Giampaolo Giuliani, il tecnico di
ricerca che studia il radon come precursore sismico e che nei giorni
precedenti alla tragedia aveva lanciato l'allarme.
"Le sentenze vanno sempre rispettate e la giustizia deve fare il suo
corso. Ma è importante anche dare solidarietà a queste terre ed è per
questo che tornerò ancora a visitarle". Lo ha detto il segretario del Pd
Pierluigi Bersani commentando la sentenza. "Ci voleva coraggio e
i giudici ne hanno avuto. Finalmente un po' di giustizia per L'Aquila":
è il commento di Stefania Pezzopane che il 6 aprile del 2009
ricopriva la carica di Presidente della Provincia. "Avevo già denunciato
l'inganno e la superficialità dei quali si era resa colpevole la
Commissione Grandi Rischi. Oggi più che mai sento tutto il dolore per
l'inganno che abbiamo subito.
Queste persone erano venute all'Aquila con
il proposito predeterminato di rassicurarci. Una vicenda terribile - ha
concluso l'assessore -. In questa giornata storica per quello che
rappresenta, sono vicina agli aquilani, traditi e umiliati ma non
vinti".
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