Le linee create
dell'archistar Renzo Piano per il nuovo Muse, il Museo delle scienze di
Trento, sono una suggestione che da oggi è una realtà aperta al
pubblico. Che non solo contiene, ma è parte integrante di una cittadella
della scienza, a sua volta immersa in un nuovo quartiere di Trento, 'Le
Albere', parto anch'esso della matita dello stesso Piano.
E' un sogno nato dieci anni fa e che dal cantiere del 2009 apre alle migliaia di visitatori invitati e attesi, dalle autorità agli studenti, dagli esperti agli stessi trentini. Nella stessa area il Trentino conserva nel ricordo un passato produttivo, quello che fu della Michelin. Innovazione, scienza e un enorme parco tra gli edifici residenziali sono ora sullo stesso terreno.
E' un sogno nato dieci anni fa e che dal cantiere del 2009 apre alle migliaia di visitatori invitati e attesi, dalle autorità agli studenti, dagli esperti agli stessi trentini. Nella stessa area il Trentino conserva nel ricordo un passato produttivo, quello che fu della Michelin. Innovazione, scienza e un enorme parco tra gli edifici residenziali sono ora sullo stesso terreno.
Per l'orgoglio di Michele Lanzinger e Marco Andreatta, direttore e presidente del Muse, del presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher, e del sindaco della città, Alessandro Andreatta. Tra loro presenze autorevoli tra gli ospiti delle scienze. E assenze. Come quella dell'astrofisica Margherita Hack, che avrà, nel ricordo, un suo spazio negli eventi inaugurali, tra spettacoli e musica fino all'alba.
Il Muse si estende su 12.000 metri quadrati di superficie, con cinque piani, più uno interrato, e una serra tropicale. Conta su un fondo di 80 milioni di euro stanziato dalla Provincia di Trento, di cui 9 milioni di euro per gli allestimenti interni, tutti 'zero gravity', cioè su cavi sottili.
Il percorso museale si sviluppa partendo dall'alto, come se ci si
trovasse sulla vetta di una montagna, per scendere fino all'interrato
tra diversi habitat naturali, che a seconda dell'altitudine cambiano. Se
si percorre invece il livello temporale, il primo piano conduce il
visitatore dalla preistoria ai giorni nostri, ai modelli di sviluppo
ambientale sostenibile, per terminare nella show room dell'innovazione,
dove i ricercatori potranno presentare in pubblico i risultati delle
loro ricerche.
Ci sono anche ampi spazi per i bambini, come quello multisensoriale dedicato ai più piccoli (0-5 anni) oppure la piu' grande mostra permanente dell'arco alpino sui dinosauri e un bosco interattivo. Novità mondiale è un Fab Lab, ovvero un laboratorio di fabbricazione digitale, in cui tutti possono progettare e realizzare i loro oggetti stampandoli in 3D. Quello stesso Fab Lab che nasce dall'Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, con 60 esemplari in tutto il mondo.
Ci sono anche ampi spazi per i bambini, come quello multisensoriale dedicato ai più piccoli (0-5 anni) oppure la piu' grande mostra permanente dell'arco alpino sui dinosauri e un bosco interattivo. Novità mondiale è un Fab Lab, ovvero un laboratorio di fabbricazione digitale, in cui tutti possono progettare e realizzare i loro oggetti stampandoli in 3D. Quello stesso Fab Lab che nasce dall'Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, con 60 esemplari in tutto il mondo.
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